giovedì 21 febbraio 2013

Cos'è l'arte? Sondaggio stolkeriano ad un campione di studenti profani in materia



Impara l’arte e mettila da parte.
Né arte né parte.
E’ arte di pochi.
I suddetti, sono solo alcuni degli innumerevoli modi di dire legati all’arte. Beh, inutile negarlo, l’arte fa parte di noi, del nostro vissuto giornaliero e si insinua di volta in volta nel nostro linguaggio, nelle nostre azioni, a volte senza che noi ce ne accorgiamo.
Ma in fondo l’arte cos’è? Vi dirò, ho serie difficoltà a definirla io per primo che son competente in materia, forse perché non è definibile il concetto in una mera dicitura.
L’idea di riuscire ad etichettare l’arte sotto un esempio o una definizione, ha portato a chiedermi qual è il modo in cui viene concepita questa, da chi è profano in materia. È divertente constatare - mi son detto – qual è la visione della gente che non vive l’arte come una passione primordiale, come fonte della sua formazione ma che comunque la accoglie costantemente nella propria vita.
Allora, munitomi di foglietti, ne ho distribuiti alcuni ad un campione di studenti di materie scientifiche e umanistiche, amici miei. Su ogni foglietto la domanda era la stessa per tutti: Cos’è per te l’arte?
La cosa che mi è saltata subito all’occhio dalle prime risposte, è stata la stretta correlazione tra il concetto dell’arte e la propria formazione di base.
“L’arte è ciò che ci suscita emozioni. L’arte è rimanere davanti ad un’opera a bocca aperta ma anche non riuscire a capire e star lì ad interrogarsi su cosa rappresenta. L’arte è tutto ciò che sconvolge nel bene e nel male”.
Da queste parole, scritte da una studentessa di Scienze della formazione primaria, non è difficile connotare la sua visione dell’arte quale mondo fatto di emozioni ed interrogazioni, protagonisti della stessa metodica applicata all’insegnamento. Da quanto letto, la sua, sembra quasi un predisposizione ad approcciare all’arte attraverso un’analisi delle emozioni rivelate da un’opera, che siano queste positive o negative. Perché un’opera può piacere o meno.
“L’arte per me è tutto ciò che nel mondo si distingue per originalità, bellezza e fantasia. Può esser un dipinto, una costruzione o un’applicazione per pc. Anche questa per me è arte”
Il significato esplicato, è opera di un ragazzo laureato in Informatica.  La sua visione scientifica del mondo, lo porta a delineare l’arte come qualunque cosa che si distingue dalla massa, che ha i requisiti di bellezza e fantasia, ma ancor prima di originalità. E non è strano constatare addirittura che anche la creazione di un’applicazione per pc è arte, quasi come se coesistesse un rapporto di fusione tra artigianato informatico ed artistico.
Quando mi ritrovo a leggere ciò che ha scritto una studentessa di Scienze Politiche, amante della natura e legata ad una concezione della vita improntata all’attivismo di ogni genere, leggo nelle sue parole la dicotomia del suo essere. Fragilità, quando in forma poetica scrive “Arte è emozione, provare emozioni dinanzi a qualcosa di realizzato con nessun intento se non quello di esprimere bellezza. Arte è vedere poesia in qualunque cosa”, e determinazione e convinzione che ciò che si fa si tramuta in ciò che si è quando continua, senza riuscire a dimenticarsi della sua passione “Arte non è politica, tranquillo! Purtroppo, o per fortuna”.
Ancora, da altre risposte mi è stato possibile assoggettare il concetto di arte al modo di essere della persona che lo delinea, la cui parola chiave del significato apporto diventa il termine emozione, lo stesso che può essere facilmente configurabile come parola chiave del proprio modo di fare.
E così quando leggo il significato che ne da una ragazza che studia Fotografia, sensibile e sempre attenta ai particolari e alle emozioni suscitate, non mi è difficile riconoscerla nelle parole che adopera per descriverlo: “Per me l’arte è un’espressione di se stessi, un’emozione trascritta su un quadro o scolpita sulla creta. È lo specchio di chi la crea”; tantomeno riconoscerne la visione accademica di una studentessa neodiplomata, evidentemente ancora bloccata in una visione data dagli insegnamenti di un libro istituzionale: “L’arte è libertà di espressione dello stato d’animo dell’artista, perfezione e imperfezione allo stesso tempo” che si riscontra ancora, - con mia visibile meraviglia - in una semplice trasposizione articolata del concetto, che par essere tratto da un saggio critico per l'eleganza con cui è stato compilato. Leggendo "Per me l'arte è l'insieme di idee articolate che si codificano in immagini in movimento e che tramite la giusta combinazione donano un senso, una forma, un ritmo e un significato", scritto da uno studente del Dams, per quanto ho modo di poter capire come egli intende l'arte in generale, non mi è chiaro constatarne la visione soggettiva che egli ne da. Non si parla più, qui, di espressione, meraviglia, sconvolgimento e coinvolgimento, ma di un mero modo di vedere l'arte concedendo a questa un significato il più oggettivo possibile, che forse risponde più alla domanda Cos'è l'arte, che alla domanda Cos'è PER TE l'arte
Infine ho piacevolmente notato come l’emozione è una costante applicata al concerto d’arte. E non si tratta mai di un termine inserito a casaccio nel contesto. La visione dell’arte di uno studente laureando in Lettere lo dimostra bene. Egli descrive l’arte in maniera così affascinante: “L’arte è l’espressione degli ideali umani di un determinato periodo storico, che grazie all’architettura, alla pittura, alla scultura, alla letteratura, alla filosofia e alla musica, rimarranno eterni nelle generazioni future. È inoltre, l’espressione dell’anima e dei sentimenti, è una manifestazione di problemi universali a cui, però, non darà mai risposta.”
Leggerne una visione filosofico – classica non è difficile. D'altronde come testato, la sua formazione lo prevede. È ovviamente encomiabile e degna di stima l’attenzione delicata alla descrizione dell’arte come manifestazione di problemi universali a cui non questa darà mai risposta. Non ci metto la mano sul fuoco sull’interpretazione di tale affermazione, ma senza dubbio ho pensato all’iconografia legata alla religione: manifestazione di “problemi” a cui non è possibile dare risposta, perché l’epifania non è una realtà approvata.
 Alla luce di ciò mi è più chiaro il problema di base. È altamente evidente che non è assolutamente chiaro né scontato poter delineare un concetto sull’arte che sia universale ed accettato unanimemente.
L’arte è parte di noi, vive di noi e noi viviamo di lei nel modo in cui la assimiliamo e  vogliamo accettarla nella nostra vita. Si mallea e si plasma in base ai nostri interessi; si forma in base a quello che salviamo e quello che rifiutiamo di ciò che ci offre e la metabolizziamo sino a conformarla similmente a quello che siamo e che ci caratterizza.
Ovviamente non vi nego che mi è stata posta a bruciapelo la stessa domanda.
Ragionandoci, immagino che anche la mia visione dell’arte, viva di quello che sono e di quella che è la mia formazione, per cui, inseguendo una visione idealistica e positiva, credo che l’arte in fondo  sia “L’insieme delle cose e delle idee che rendono il mondo più gradevole ai sensi”.
Ma non so quanto possa valere questa mia affermazione, dato che non è mai stata impressa su uno dei foglietti distribuiti che in modo pressante e stolkeriano, ho consegnato e preteso indietro, scritti di tutto punto.

PS dell'ultimo momento: 
Rivisitando la mia casella di posta elettronica, ho notato tra le mail ricevute, una derivante dal mio caro amico Stefano, laureato presso il Dams di Roma e girovago per il mondo. Dopo aver letto la sua connotazione di cos'è l'arte, non ho potuto non inserirla nonostante la chiusura del mio articolo, per cui l'ho postillata qui. Credo che ogni apporto dato ad una nostra pregressa conoscenza possa solo essere uno stimolo in più. Inoltre quanto sarà riportato senza dubbio può essere ascrivibile ad un nuovo ragionamento sulla validità dell'arte nel vissuto dell'uomo in quanto figlia della sua creatività.
Cito quanto leggo dalla mail:

"Potrei scrivere un bel po' di righe per definire il mio concetto d'arte. Non perché io sia un esperto, per carità, ma per il semplice motivo che una definizione di arte mi pone di fronte una variegata scelta di idee e temi da investigare con cura. 
Però mi limito alle poche righe che mi hai chiesto.
...E ti dirò: per me l'arte è il nulla. E no, non mi rifaccio ai Dadaisti e al loro concetto di anti-arte. Credo che l'arte sia il nulla, il niente, lo zero assoluto, l'opposto all'ovvietà. Ed è solo quello che ci costruisce sopra l'uomo a renderla linguaggio, forma, a renderla il tutto.
Sarà una grossa cazzata, ma questa è la mia modesta opinione."
E allora io mi chiedo: come ignorare che l'arte sia il nulla in un'articolazione di pensiero che alla fine pone l'uomo come unico protagonista anche dell'arte stessa?

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