giovedì 7 febbraio 2013

Una tv fatta di lacrime


Costretto a letto per tre giorni, a causa di una febbre altalenante dai 39 ai 40 °C che non mi voleva proprio lasciar andare, ho avuto modo di fare un bel po' di zapping e constatare amaramente una sorta di cambiamento di rotta della tv, su alcuni aspetti. 
La televisione vecchio stampo, che si contraddistingueva per la messa in onda di spettacoli di varietà di tutto rispetto, negli ultimi tempi, ammettiamolo, ha lasciato spazio ad un nuovo modo di intendere la tv attraverso un esagerato sentimentalismo. Sentimentalismo che andando a toccare il punto dolente della nostra società, sembra sempre più somigliare al modo di fare americano.
Per arrivare al succo del discorso senza troppi ghirigori, basti trovare le analogie tra le due versioni, quella italiana e quella americana per l’appunto, del format Extreme Makeover Home Edition, format che si concentra sulla costruzione di un’abitazione per una famiglia disagiata o con problemi a carico, da effettuarsi nel limite massimo di una settimana. Che il format debba attenersi all’originale, volendo è anche cosa auspicabile. Meno lo è, però, che anche il modo di condurre debba esserne vincolato.
Alessia Marcuzzi, conduttrice della versione italiana trasmessa su Canale 5, adopera nell’intera narrazione della puntata, - dalla descrizione della famiglia che va ad aiutare, alla costruzione della dimora, sino alla presentazione finale, - lo stesso sentimentalismo compassionevole carico di pietà, dispiacere, frustrazione tipico della versione americana, non senza tralasciare qualche lacrimuccia.
Ma davvero la società di oggi ha bisogno di vedersi compatita (e tra le righe capita) sul piccolo schermo?
Programmi come Affari tuoi, che ad ogni puntata racconta del tipico italiano medio che gioca per esaudire un sogno stimato 500.000 euro, su un susseguirsi di musiche lacrimevoli e visi affranti, sembrerebbero confermare la malsana teoria.




Ma d’altra parte, la messa in onda di programmi come Avanti un altro, condotto magistralmente da Paolo Bonolis, in cui nessuno viene giudicato, privilegiato o compatito e dove non si versano lacrime, se non dalle risate, lascia credere che non tutto l’intero assetto televisivo si sia modificato in peggio.

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