La svirgolettata di
oggi, posso asserire essere un articolo deciso a quattro mani assieme all’amico
Francesco Pastore, intervistato già da me per la rubrica Giovani Talenti, che
già si è occupato sul suo blog A destra e a manca, di quanto sto per raccontare.
Avendo improntato la
mattinata della prima domenica di settembre, a scoprire e denunciare realtà di
degrado riguardanti beni culturali e monumenti di sommo pregio della nostra
città, Canosa di Puglia, seguendo una scia che già ha denunciato recentemente
la gestione di Palazzo Sinesi e dei reperti nella villa comunale, ci siamo
recati in compagnia di altre due ragazze, - Alessia, con cui Francesco gestisce
il suo blog e Mariella, sua sorella e mia amica – sul sito dell’Ipogeo
Monterisi Rossignoli.
Una struttura, la
suddetta, che è già è stata ben raccontata nell’articolo “Canosa di Puglia:Ipogei Monterisi Rossignoli” di A destra e a manca, e che abbiamo scoperto
vigere in uno stato pietoso di deperimento.
Ingresso dell'Ipogei Monterisi Rossignoli. |
La storia dell’Ipogeo
è presto detta:
“Il 25/09/1813 il
contadino Monterisi D'Alesio, nell'eseguire lo scavo di una cantina nel terreno
di sua proprietà, s'imbatté casualmente nella volta dell'ambiente
principale dell' ipogeo che fa parte dell'impianto di tombe che abbracciano
più camere. L’ipogeo e' ricavato nel banco naturale di tufo ed il suo accesso
era costituito da un dromos a gradini che portava all’ipogeo, composto da
un vestibolo e da una cella orientata ad ovest a pianta rettangolare e col
soffitto a doppio spiovente. Il vestibolo era sostenuto al centro da due
pilastri quadrati. Notevole l'apparato decorativo, costituito da due
cavalli marini scolpiti negli orli laterali della volta. Il letto funebre era
ricavato nel tufo ed era decorato con rilievi di animali.”
Come storie di secoli
di anarchia burocratica e legislativa in ambito di beni culturali insegnano, i
reperti riscontrati allora nell’ipogeo, furono sequestrati da personalità
influenti del luogo e inviati o venduti presso altri enti museali e collezioni
private: Alcuni di questi reperti configurano tutt’oggi nella collezione Antikensammlungen
di Monaco, poiché un tempo venduti a Ludwig di Baviera.
Altri invece, furono recapitati a Napoli,
di cui si contano due vasi a figure rosse, una patera con manico antropomorfo e
una corazza divisa in due sezioni; ancora due elmi, uno schiniere e un frontale
di cavallo, altri cinque piccoli vasi e due di grandi dimensioni.
E sempre a Napoli, oltre ai vasi ricordati furono portati anche alcuni
rilievi che ornavano l'interno dell'ipogeo, ricostruendo la tomba a grandezza
naturale.
Interno Ipogei Monterisi Rossignoli |
Detto
ciò, dell’ipogei non ne rimane quindi che la struttura, che comunque rivela
essere un ottimo esempio di edificio
tombale risalente al IV sec. a.C, la cui tomba è preceduta da un ripido dromos
a gradini che porta al vestibolo con al centro due pilastri. La camera
sepolcrale peraltro, ha una copertura a doppio spiovente con una trave centrale
e travicelli laterali scavati nel tufo e tre pilastri sui lati lunghi.
Dopo
un preambolo così nobile, come nobile è la realtà legata all’arte ed
all’archeologia canosina, passiamo alla critica. Una critica che rivela ora
come ieri, una pessima amministrazione dei siti culturali del paese: da
canosino orgoglioso non è mai facile denunciare la cattiva gestione di musei,
monumenti, siti e oggetti d’arte, ma la denuncia è la giusta via da perseguire
per una corretta informazione su quanto il mio paese ha da offrire, ma nasconde
visibilmente al turista medio.
Arrivando
all’ingresso dell’Ipogeo infatti, ci siamo dovuti tutelare dall’attacco di
cimici, pulci e pidocchi, imbragandoci le gambe con buste di plastica e
indossando cuffiette per la doccia usa e getta; ancora ci siamo dovuti
districare nel ripido e scivoloso dromos, priva di appigli per giungere al
vestibolo.
E lì
la sorpresa è stata tanta, quando, dopo aver visto le immagini di rito dei
diversi siti internet che raccontano un ipogeo ben tenuto, curato e rispettato,
ci siamo ritrovati in un luogo ameno, infestato da insetti, contenente tufi
accatastati che non permettono di poter ammirare a 360° la struttura,
pozzanghere melmose e immondizia varia.
Ipogei Monterisi Rossignoli, come illustrato da siti e cartelloni locali |
Un
bel peccato, considerando le incisioni illeggibili già oggi, ma sicuramente
scomparse domani; un dispiacere, volgendo gli occhi alle due sculture
raffiguranti un leone e un cinghiale, di cui quest’ultimo in un evidente stato
di deturpazione irreversibile.
D’altronde
proprio come ha ammesso Francesco nel suo articolo succitato, di questo passo
dovremmo ritenerci fortunati ad aver potuto godere di questa meraviglia oggi,
dato che forse domani sarà troppo tardi per preoccuparsi di preservarlo dalla
noncuranza di cui ha goduto per un secolo. Se vi va, se anche voi volete
goderne, fateci un salto. Ma prima munitevi di sacchetti di plastica e nastro
adesivo, cuffietta ed uno spray antisettico.
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