La svirgolettata sulla Fontana di Marcel Duchamp quale esempio di arte contemporanea concettuale, mi ha portato
a riflettere e ricordare Merda d’Artista, un’altra opera in serie, creata da un
artista anticonformista e già affermato nel mentre della sua brevissima vita,
Piero Manzoni.
P. Manzoni, Achrome, 1962, ovatta e legno, Shiba Ryotaro Memorial museum, Osaka. |
Una strada tortuosa e
modellata sui propri ragionamenti, ambizioni e consapevolezze: inizialmente si
da allo studio della superficie della tela quale ricettore di una realtà
rappresentata dalle impronte di ogni tipo di oggetto tra le mani come forbici e
chiodi; poi a seguire modificherà la sua arte in uno stile più materico,
firmando il manifesto dei Nucleari “Manifesto contro lo stile” e producendo gli
Achromes, tele ricoperte di gesso, ospitanti tessuto, feltro, ovatta e cotone.
P. Manzoni, Uovo sodo con impronta, 1960, inchiostro -bambagia - legno - uovo, Collezione Boschi Di Stefano, Milano. |
Ed ecco che quindi
arriviamo a Merda d’Artista. È il 12 agosto 1961 quando Piero Manzoni, presso
la Galleria Pescetto di Albisola Marina, presentò 90 scatolette al pubblico,
dichiarando che esse contenevano le sue feci. Essendo merda d’artista, - concezione
da cui l’opera in serie prenderà il nome – esse erano state stimate dal suo
stesso creatore, ormai affermato sulla scena italiana e per alcuni tratti internazionale,
con un valore corrispondente al loro peso in oro.
P. Manzoni, Fiato d'artista, 1960. |
P. Manzoni, Fiato d'artista, 1960, palloncino e base in legno, collezione privata, Milano. |
Ogni scatoletta quindi, misurando 30 grammi netti, per una dimensione di 4,8 cm × 6 cm, fu stimata olto al di sotto del loro valore attuale, che, avendo goduto certamente l’opera di fortuna critica, si aggira attualmente tra i 70.000 euro ed i 124.000 euro, tanto quanto è stata pagata la scatoletta numero 018, da un collezionista privato presso la casa d’aste Sotheby’s.
Ma cos’è davvero Merda
d’Artista? Possiamo considerarlo un lascito corporeo dell’artista, quasi come
fosse un ultimo regalo prima di morire prematuramente a causa di un infarto, o
solo una provocazione?
P. Manzoni, Merda d'artista (47), 1961, Scatoletta di latta e carta stampata, collezione Codognato, Venezia. |
Mentre secondo altri
critici, ed io tra questi, l’opera ha paradossalmente valore artistico ed
inestimabile, se davvero ogni scatoletta, dovesse contenere al suo interno le
feci di Piero Manzoni.
Innanzitutto perché sul
piano metaforico, le feci essendo la metabolizzazione del cibo ingerito da un
essere umano, raffigurano la maturazione di una filosofia o idea che
caratterizza l’artista in questione, sino all’espulsione di questa sotto forma
di manifesto o opera artistica.
P. Manzoni con le sue creazioni nel 1961. |
Ad oggi però ancora
non ci è dato sapere se le 90 scatolette contengano davvero i residui organici
dell’artista, zio di quella Pippa Bacca performer ed artista anch’essa, morta
appena trentatreenne per amore dell’arte e della sua visione conciliatrice tra
i popoli: pare infatti che Agostino Bonalumi, amico di Piero
Manzoni, abbia dichiarato che in realtà all'interno delle famose scatole da 30
grammi l'una, non vi sia contenuto nient'altro che gesso.
Un’affermazione dura, che probabilmente non troverà mai riscontro, poiché aprire anche una sola di quelle scatolette non solo significherebbe svalutare l’opera d’arte che consta di 90 esemplari numerati e correlabili tra loro, ma anche annullare drasticamente, in caso di reale presenza di gesso, l’alone di provocazione, artisticità, genio e ironia di uno degli esponenti più rinomati ed affermati del panorama artistico italiano degli anni ’60.
Un’affermazione dura, che probabilmente non troverà mai riscontro, poiché aprire anche una sola di quelle scatolette non solo significherebbe svalutare l’opera d’arte che consta di 90 esemplari numerati e correlabili tra loro, ma anche annullare drasticamente, in caso di reale presenza di gesso, l’alone di provocazione, artisticità, genio e ironia di uno degli esponenti più rinomati ed affermati del panorama artistico italiano degli anni ’60.
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