venerdì 15 febbraio 2013

Relazioni del passato


Lavorando ad una tesi che vede l'analisi delle commissioni di restauro ai dipinti mobili agli inizi del '900, mi trovo spesso a dover leggere, scrutare e rivalutare documenti custoditi e cullati nell'Archivio Centrale dello Stato da decenni. 

Rileggendo i documenti inerenti ai restauri effettuati nel 1914, nella Basilica di San Nicola alla tela del Veronese La Vergine con Bambino, con Santa Caterina, Sant’Orsola e un orante, (oggi custodita nella Pinacoteca Provinciale di Bari), non nego che, per quanto affascinato dalle relazioni severe del restauratore Umberto Conti e dal clima austero creato da gente onesta, lavoratrice, cultrice di un sapere artigiano tramandato di scuola in scuola, il mio occhio si sia fermato sulla relazione dell’Ispettore Ornaghi, che, chiamato dalla Direzione Generale AA.BB.AA. del Ministero della Pubblica Istruzione a giudicare la riuscita di un restauro e a collaudarlo, scriveva in merito alla tela:

"Certamente i restauri subiti nei tempi passati furono così arditi ed irriverenti da far dubitare assai la pittura fosse opera di Paolo Caliari e non di un suo poco amabile imitatore. Quando però la parte ridipinta venne tolta, l’attribuzione del Frizzoni apparve più ragionata e sicura. Ben poco però rimaneva della pittura del grande veronese; gli scrostamenti erano numerosissimi, il viso della Vergine e del bimbo talmente danneggiati sì che l’integrazione riusciva impossibile. Ne tracce sicure rimanevano del vestito della Vergine e delle nubi sulle quali figurava portata.
Forse sarebbe stato più opportuna cosa dopo di aver reintelato il dipinto, operazione eseguita in modo lodevole, e dopo di aver tolto gl’impiastricciamenti poco rispettosi, essersi limitati assai nelle ridipinture ed usando esclusivamente tinte piatte pur accordantisi nella tonalità.
Invece si è tentato forse sotto la pressione dei proprietari di completare, ma nello stesso tempo con titubanza. Ciò portò naturalmente a degli squilibri notevoli. Così apparve il vestito della Vergine crudo senza le mezze tinte tanto care al Veronese, le nubi troppo pesanti perché senza modellazione, nel tempo stesso che la Vergine assunse una fisionomia senza vita e che non trova riscontro nei dipinti del Caliari. 
E questo tanto più si avverte in quanto le figure dei santi che stanno in basso certo perché meno danneggiate conservano tipi caratteristici di Paolo Veronese.
Certo è però che se si può fare una critica anche severa non è permesso dire che il restauro sciupò l’opera; l’opera era sciupata già ed il restauro odierno non è peggiore, anzi, sotto molti aspetti, migliore dei restauri antecedenti." 

P. Veronese, Vergine con Bambino, Santa Caterina, Sant'Orsola e un orante,
XVI secolo, olio su tela, Pinacoteca Porvinciale, Bari.

Non è difficile notare come relazioni di questo calibro appartengano ad un altro mondo. Un mondo fatto di critici e storici dell’arte del calibro di Venturi, Toesca, Cavalcaselle e Argan. Un mondo che avrebbe visto in modo riluttante le teorie di Sgarbi e che mai avrebbe accettato il dicastero di Bondi, Buttiglione o chi si voglia per loro. Ah cari vecchi Fiorelli, Orlando e Ricci che avete rivoluzionato l’Italia con la vostra passione! Che fine ha fatto l’amore per l’arte reso dalle parole della vostra generazione? Ha forse lasciato il posto a vacuità, massmediologia e incompetenza?



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