Spiegare la
differenza tra l’arte moderna e l’arte contemporanea ad un profano in materia
non è affatto facile.
Cronologicamente
i due periodi sono consequenziali: l’arte moderna vede la sua nascita
convenzionalmente con il concorso per la commissione della seconda porta del
Battistero di Firenze (la prima fu rielaborata da Andrea Pisano nel 1336),
vinto dal Ghiberti, - concorso che sugella anche l’inizio del Primo
Rinascimento, - e si conclude con l’esposizione delle opere impressioniste al
Salon des Refusès a Parigi nel 1863. In quella data ha inizio la storia dell’arte
contemporanea, che sfuma ai giorni nostri.
NB: Diffidate di false riconduzioni
storiche come la seguente, che riporta la storia contemporanea come moderna: http://it.wikipedia.org/wiki/Arte_moderna
Ideologicamente
delineare la differenza tra i due periodi storico artistici è sicuramente più
complesso: anche sul piano ideologico ovviamente è possibile riscontrare una
consequenzialità di base, una consequenzialità dettata da un’evoluzione del
pensiero e della metodica in rapporto alla natura e la scienza.
Probabilmente
se a primo acchito dovessimo delineare il motivo che contraddistingue i due periodi della storia dell’arte, potremmo senza dubbio distinguere la prima come la riscoperta e lo studio dell’accademismo
dopo il buio del medioevo (falsa credenza popolare, perchè il medioevo non può essere catalogato come un periodo buio per la storia), il cui Genio tende alla
perfezione attraverso lo studio dal vero e la sperimentazione tecnica; e la seconda, come la scoperta di un connubio tra arte, scienza ed intelletto, il cui Genio è
precursore del tempo in cui vive e crea novità provocatorie.
A livello
pratico basti pensare a ciò che accade durante il primo Rinascimento. Il Genio
di un artista quale il Leon Battista Alberti, si riscontra nello studio di un metodo che
permettesse la riproduzione precisa e millimetrica della prospettiva, in un
periodo di passaggio dal bidimensionalismo bizantino dello sfondo, ancora persistente, al
forte gioco di tridimensionalismo giottesco – masacciano su diversi piani; ancora, andando
avanti di 120 anni, il Genio di Raffaello è riscontrabile nello studio e nella resa
talentuosa di un carnato naturale delle figure che dipinge e quello di Michelangelo
nell’analisi meticolosa dell’anatomia umana e della sua muscolatura, in un
periodo come quello del pieno Rinascimento dove l’uomo è posto al centro del
mondo in quanto essere capace di pensare.
E dopo il declino avvenuto con il Manierismo e la diaspora degli artisti dopo la morte di Raffaello ed il Sacco di Roma (1527), con il Classicismo agli albori del ‘600, riaffiora il nuovo genio di Caravaggio che gioca con la luce, che irradia i luoghi bui e fonde provocazione e religiosità e Bernini, il cui Genio è il suo studio delle torsioni sino allo spasmo, del serpentinato, dell’esagerato gradevole.
E dopo il declino avvenuto con il Manierismo e la diaspora degli artisti dopo la morte di Raffaello ed il Sacco di Roma (1527), con il Classicismo agli albori del ‘600, riaffiora il nuovo genio di Caravaggio che gioca con la luce, che irradia i luoghi bui e fonde provocazione e religiosità e Bernini, il cui Genio è il suo studio delle torsioni sino allo spasmo, del serpentinato, dell’esagerato gradevole.
Ad ogni
modo, un Genio, quello degli artisti succitati, ottenuto attraverso lo studio e
l’elaborazione della natura circostante, attraverso la riproduzione dal vero, modificata
secondo le regole del bello.
Poi dal
1863, gli impressionisti portano alla conoscenza della società un nuovo tipo di
Genio; quel Genio che sarà precursore di un nuovo modo di vedere l’arte. Il
Genio di un espressionista quale Monet, si indentifica nella resa di una tela, in cui miscela il colore, allo studio del processo di elaborazione della
retina e del cervello di ciò che vediamo: tante macchie indefinite che
collegate tra loro delineano e marcano le figure; così come Matisse fonde
colori e sentimento dando vita all’espressionismo di stampo Fauves, pieno di
colori violenti e brillanti e Picasso, suo amico/rivale, scompone in "petits cubes" il mondo che ci circonda, permettendo che tutto sia visibile ai nostri occhi, anche ciò che teoricamente non potremmo vedere.
L’arte contemporanea è un’arte che vede l’esplosione dell’arte concettuale, per cui Duchamp crea imbarazzo alla Società degli Indipendenti a New York, presentando il suo orinatoio capovolto, che diventa una fontana dal vago richiamo uterino, confermato dalla firma R Mutt, acronimo di Mutter (madre in tedesco); e Fontana (l'artista) tagliando la tela da vita al concetto di Spazialismo, un passaggio dal conosciuto (la tela) all’ignoto (il nero oltre la tela) attraverso un taglio, un eterno viaggio alla scoperta del nuovo.
L’arte contemporanea è un’arte che vede l’esplosione dell’arte concettuale, per cui Duchamp crea imbarazzo alla Società degli Indipendenti a New York, presentando il suo orinatoio capovolto, che diventa una fontana dal vago richiamo uterino, confermato dalla firma R Mutt, acronimo di Mutter (madre in tedesco); e Fontana (l'artista) tagliando la tela da vita al concetto di Spazialismo, un passaggio dal conosciuto (la tela) all’ignoto (il nero oltre la tela) attraverso un taglio, un eterno viaggio alla scoperta del nuovo.
Esempi celeberrimi di arte contemporanea: 1) C. Monet, La passeggiata; 2) H. Matisse, Donna col cappello; 3) Fontana, Tagli; 4) P. Picasso, Guernica; 5) M.Duchamp, Fontana. |
Delineare la differenza tra i due periodi per quanto possa sembrare destabilizzante è utile e formativo, perché solo così si può arrivare ad intendere il vero significato che ha voluto rendere un’artista attraverso la sua opera, o apprezzare sino in fondo la maestria e la particolarità di un quadro, non solo ben eseguito.
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