Il viaggio alla
ricerca dei Caravaggio negli Stati uniti d’America, dopo aver percorso il
confine a nord e la costa est, approda nelle ultime due città detentrici di
altrettanti dipinti del pittore bergamasco, Kansas City, nello stato del
Missouri e Fort Worth, nello stato del Texas.
Nei due musei infatti
sono custodite due celeberrime opere di Michelangelo Merisi, nonché altre perle
di manifattura italiana.
Individuazione geografica dei Caravaggio (e più in generale dell'arte di manifattura italiana) nei musei degli USA |
KANSAS CITY – NELSON ATKINS MUSEUM OF ART
Caravaggio, San
Giovanni Battista, 1604, olio su tela,
Nelson Atkins Museum of Art, Kansas
City.
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Il Nelson Atkins
Museum of Art di Kansas City, sicuramente non eguaglia gli altri musei degli
Stati Uniti per quantità di pezzi nella sua collezione o per la grandezza della
sua struttura, ma detiene pezzi importanti dell’arte medievale, moderna e
contemporanea di tutto il mondo. Per una panoramica più completa, è
consigliabile visitare il suo sito internet (vedi qui), che presenta una
collezione divisa in 15 settori, che variano dall’arte asiatica, africana,
indiana, cinese e giapponese, alle arti decorative ed all’arte moderna e
contemporanea, passando per fotografia, disegno e incisione.
Il Caravaggio
custodito nel Nelson Atkins Museum of Art è una delle diverse versioni del San
Giovanni Battista, dipinte dal pittore tra il 1598 ed il 1608: la tela nello
specifico è una delle due dipinte nel 1604, quella commissionatagli dal nobile
genovese Ottavio Costa, per cui egli aveva già dipinto la Marta e Maria
Maddalena ora a Detroit. Analizzando il dipinto è ben riconoscibile la
caratteristica impronta del periodo maturo di Caravaggio, denotato da un gioco
sublime tra il buio del paesaggio esterno e la luce che abbaglia il soggetto.
Caravaggio, San
Giovanni
Battista alla sorgente, 1608,
olio su tela, Coll. privata, Malta.
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In questo dipinto si
nota come il pittore non abbia consegnato al soggetto iconografico i giusti
attributi fisiognomici per permetterne un perfetto riconoscimento: il Giovanni
Battista di Kansas City, così come tutti quelli che seguiranno o lo hanno
preceduto, è giovane e privo della sua barba; si potrebbe piuttosto dire che
non sarebbe riconoscibile se non fosse per la tipica croce latina dal corpo
lunghissimo, che comunque appare in tutti i suoi dipinti aventi lo stesso
soggetto, non di meno nel San Battista alla sorgente, nel quale il santo
nonostante stesse adempiendo un’azione semplice e quotidiana, comunque non
molla la croce che serve a farlo riconoscere dai fedeli.
Caravaggio, San
Giovanni Battista, 1604, olio su tela,
Galleria Nazionale d’Arte Antica, Roma.
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Nell’impostazione, il
San Giovanni Battista di Kansas City si avvicina per tecnica, impostazione,
attributi e cromia al coevo San Giovanni Battista di Palazzo Barberini
(Galleria Nazionale d’Arte Antica): anche questo è sito in un luogo esterno oscurato
dalle tenebre, e, nonostante fisiognomicamente non sembra avere i stessi
lineamenti del primo, è quasi simile nell’atteggiamento pensoso. Anche in
questo caso la croce conferma l’attribuzione del soggetto iconografico, mentre
il drappo rosso su quello bianco, lo avvicina per
analogie alla tela del Nelson Atkins.
Toccando gli altri due
dipinti aventi lo stesso tema (quello del 1598 di Toledo e quello del 1602
della pinacoteca), si evince come nel complesso Caravaggio non si sia mai
discostato dal ritrarre il San Giovanni Battista con le stesse caratteristiche
per tutti i dipinti: lo confermano il drappo rosso su quello bianco, e la
presenza della croce o dell’ariete (nelle prime raffigurazioni cristiane
catacombali, le sue corna simboleggiavano la croce).
Caravaggio, San Giovanni Battista, 1602, olio su tela, Pinacoteca Capitolina, Roma |
Caravaggio, San Giovanni Battista, 1598, olio su tela, Museo Tesoro Catedralicio, Toledo. |
Canaletto, La Torre
dell’orologio, 1730,
olio su tela, Nelson Atkins
Museum of Art, Kansas City.
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Oltre al Caravaggio,
nel Nelson Atkins Museum sono custodite opere di altri artisti italiani
importanti. Tra tutte, vanno ricordate La Torre dell’orologio in Piazza San
Marco, che il Canaletto dipinse tra il 1728 ed il 1730; il Ritratto di Antoine
Perrenot de Granvelle di Tiziano; il Ritratto di giovane uomo del Bronzino del
1550; il dipinto di Guido Reni del San Francesco in adorazione della Croce; il
San Luca dipinge un ritratto della Vergine del Guercino e la pala della Madonna
con Bambino e Santi di Bernardo Daddi, del 1335 – 1339.
Tiziano, Ritratto di A. Perrenot, 1548, olio su tela, Nelson Atkins Museum of Art, Kansas City |
Bronzino, Ritratto di
giovane uomo,
1550, olio su tavola, Nelson Atkins
Museum of Art, Kansas City.
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G. Reni, San Francesco , 1632, olio su tela, Nelson Atkins Museum of Art, Kansas City |
S. Ricci, Lo sposalizio di Cana, 1712 ca, olio su tela, Nelson Atkins Museum of Art, Kansas City |
B. Daddi, Madonna in trono,
1335ca, tempera su tavola, Nelson Atkins Museum of Art, Kansas City |
Guercino, San Luca, 1653, olio su tela, Nelson Atkins Museum of Art, Kansas City |
FORT WORTH – KIMBELL ART
MUSEUM
Il Kimbell Art Museum,
a pochi chilometri dalla metropoli texana Dallas, è un’importante sede museale
di arte moderna e contemporanea. Importante perché a parte alcune
importantissime opere d’arte italiane tra cui spicca I bari di Michelangelo Merisi,
ospita testimonianze validissime dei maggiori artisti del resto d’Europa: tra i
maggiori Rembrandt, El Greco, Rubens, Boucher, Picasso, Monet, Mondrian e
Cezanne.
P. Picasso, Uomo con la pipa, 1911, olio su tela, Kimbell Art Museum, Fort Worth |
H. Matisse, Asia, 1946, olio su tela,
Kimbell Art Museum, Fort Worth.
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D. di Buoninsegna, Resurrezione di Lazzaro,
1311, tempera su tavola, Kimbell Art Museum, Fort Worth |
Scrutando l’indice dei
nomi degli artisti presenti nel museo, sono riscontrabili per quanto ne
concerne l’arte italiana, dipinti molto interessanti, tra cui configurano per
importanza e pregio: Il ritratto di francescano di Jacopo Bassano; il Cristo
benedicente di Giovanni Bellini; la Macelleria di Annibale Carracci; Abramo che
insegue Isacco del Domenichino; la statua della Venere con il Bambino,
attribuita a Donatello; la Resurrezione di Lazzaro, di Duccio di Buoninsegna; La
Madonna con il Bambino e i santi Giuseppe, Elisabetta e Giovanni Battista del
Mantegna; Cristo e la samaritana del Guercino; il primo dipinto accertato di
Michelangelo La tentazione di Sant’Antonio; una Madonna con il Bambino del
Parmigianino (1527-30); una Testa di donna di Sebastiano del Piombo; il
Ritratto del Doge Pietro Loredan del Tintoretto e la Madonna con il Bambino con
una santa ed il San Giovanni Battista bambino, opera del Tiziano del 1530.
G. Bellini, Cristo Benedicente, 1500, olio e tempera su tavola, Kimbell Art Museum, Fort Worth |
A. Carracci, Macelleria, 1580, olio su tela, Kimbell Art Museum, Fort Worth |
Tintoretto, Ritratto del Doge Pietro Loredan, 1567 – 1570, olio su tela, Kimbell Art Museum, Fort Worth |
Fra Angelico, L’apostolo
Giacomo
libera il mago Ermogene, 1429,
tempera su tavola,
Kimbell Art
Museum, Fort Worth.
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Michelangelo, La tentazione di Sant’Antonio, 1488, tempera su tavola, Kimbell Art Museum, Fort Worth |
J. Bassano, Ritratto di francescano, 1540, olio su tela, Kimbell Art Museum, Fort Worth |
A questi si aggiunge l’olio
su tela del 1594 de’ I bari, del Caravaggio, commissionatogli dal suo
protettore, il Cardinale Francesco Maria del Monte, e passato nei secoli tra le
mani di diversi privati sino ad essere venduto nel 1987 al museo texano.
La scena rappresentata
è chiara tanto quanto il titolo dell’opera: due uomini in accordo tra loro,
giocano a carte con un terzo ignaro di estrazione sociale superiore, come si
evince dall’abito di velluto indossato. Mentre quindi il primo, alle spalle
dell’ignaro, spia le carte di questi e le mima al complice indicandole con le
dita, il secondo pesca dalla tasca posteriore della giacca la carta utile a
vincere l’avversario.
Caravaggio, I bari,
1594, olio su tela, Kimbell Art Museum, Fort Worth
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Sia nella resa degli
abiti, contemporanei a Caravaggio, sia nell’idea illustrata della frode, il
quadro ricorda molto La buona ventura (i cui due esemplari sono custoditi ai
Capitolini ed al Louvre): anche in questo caso il ricco ingenuo si presenta nei
fasti del suo abbigliamento, e puntualmente viene defraudato dalla zingara, che
con la pretesa di leggergli la mano gli sfila invece l’anello. Effettivamente
le due opere furono dipinte nello stesso periodo, quando Caravaggio appena
giunto a Roma, potè avvalersi dell’esperienza visiva di simili truffe, all’ordine
del giorno per le vie del corso e nelle osterie.
Caravaggio, La buona ventura,1594, olio su tela, Pinacoteca Capitolina, Roma |
Caravaggio, La buona ventura,1594, olio su tela, Museo del Louvre, Parigi |
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