Impara l’arte e mettila da parte.
Né arte né parte.
E’ arte di pochi.
I suddetti, sono solo alcuni degli innumerevoli modi di dire legati
all’arte. Beh, inutile negarlo, l’arte fa parte di noi, del nostro vissuto
giornaliero e si insinua di volta in volta nel nostro linguaggio, nelle nostre
azioni, a volte senza che noi ce ne accorgiamo.
Ma in fondo l’arte cos’è? Vi dirò, ho serie difficoltà a definirla io
per primo che son competente in materia, forse perché non è definibile il
concetto in una mera dicitura.
L’idea di riuscire ad etichettare l’arte sotto un esempio o una definizione,
ha portato a chiedermi qual è il modo in cui viene concepita questa, da chi è
profano in materia. È divertente constatare - mi son detto – qual è la visione
della gente che non vive l’arte come una passione primordiale, come fonte della
sua formazione ma che comunque la accoglie costantemente nella propria vita.
Allora, munitomi di foglietti, ne ho distribuiti alcuni ad un campione
di studenti di materie scientifiche e umanistiche, amici miei. Su ogni
foglietto la domanda era la stessa per tutti: Cos’è per te l’arte?
La cosa che mi è saltata subito all’occhio dalle prime risposte, è stata
la stretta correlazione tra il concetto dell’arte e la propria formazione di
base.
“L’arte è ciò che ci suscita
emozioni. L’arte è rimanere davanti ad un’opera a bocca aperta ma anche non
riuscire a capire e star lì ad interrogarsi su cosa rappresenta. L’arte è tutto
ciò che sconvolge nel bene e nel male”.
Da queste parole, scritte da una studentessa di Scienze della
formazione primaria, non è difficile connotare la sua visione dell’arte quale
mondo fatto di emozioni ed interrogazioni, protagonisti della stessa metodica
applicata all’insegnamento. Da quanto letto, la sua, sembra quasi un
predisposizione ad approcciare all’arte attraverso un’analisi delle emozioni
rivelate da un’opera, che siano queste positive o negative. Perché un’opera può
piacere o meno.
“L’arte per me è tutto ciò che
nel mondo si distingue per originalità, bellezza e fantasia. Può esser un
dipinto, una costruzione o un’applicazione per pc. Anche questa per me è arte”
Il significato esplicato, è opera di un ragazzo laureato in
Informatica. La sua visione scientifica
del mondo, lo porta a delineare l’arte come qualunque cosa che si distingue
dalla massa, che ha i requisiti di bellezza e fantasia, ma ancor prima di
originalità. E non è strano constatare addirittura che anche la creazione di
un’applicazione per pc è arte, quasi come se coesistesse un rapporto di fusione
tra artigianato informatico ed artistico.
Quando mi ritrovo a leggere ciò che ha scritto una studentessa di
Scienze Politiche, amante della natura e legata ad una concezione della vita
improntata all’attivismo di ogni genere, leggo nelle sue parole la dicotomia
del suo essere. Fragilità, quando in forma poetica scrive “Arte è emozione, provare emozioni dinanzi a qualcosa di realizzato con
nessun intento se non quello di esprimere bellezza. Arte è vedere poesia in
qualunque cosa”, e determinazione e convinzione che ciò che si fa si
tramuta in ciò che si è quando continua, senza riuscire a dimenticarsi della
sua passione “Arte non è politica,
tranquillo! Purtroppo, o per fortuna”.
Ancora, da altre risposte mi è stato possibile assoggettare il
concetto di arte al modo di essere della persona che lo delinea, la cui parola
chiave del significato apporto diventa il termine emozione, lo stesso che può essere facilmente configurabile come
parola chiave del proprio modo di fare.
E così quando leggo il significato che ne da una ragazza che studia
Fotografia, sensibile e sempre attenta ai particolari e alle emozioni
suscitate, non mi è difficile riconoscerla nelle parole che adopera per
descriverlo: “Per me l’arte è
un’espressione di se stessi, un’emozione trascritta su un quadro o scolpita
sulla creta. È lo specchio di chi la crea”; tantomeno riconoscerne la
visione accademica di una studentessa neodiplomata, evidentemente ancora
bloccata in una visione data dagli insegnamenti di un libro istituzionale: “L’arte è libertà di espressione dello
stato d’animo dell’artista, perfezione e imperfezione allo stesso tempo” che si riscontra ancora, - con mia visibile meraviglia - in una semplice trasposizione articolata del concetto, che par essere tratto da un saggio critico per l'eleganza con cui è stato compilato. Leggendo "Per me l'arte è l'insieme di idee articolate che si codificano in immagini in movimento e che tramite la giusta combinazione donano un senso, una forma, un ritmo e un significato", scritto da uno studente del Dams, per quanto ho modo di poter capire come egli intende l'arte in generale, non mi è chiaro constatarne la visione soggettiva che egli ne da. Non si parla più, qui, di espressione, meraviglia, sconvolgimento e coinvolgimento, ma di un mero modo di vedere l'arte concedendo a questa un significato il più oggettivo possibile, che forse risponde più alla domanda Cos'è l'arte, che alla domanda Cos'è PER TE l'arte.
Infine ho piacevolmente notato come l’emozione è una costante
applicata al concerto d’arte. E non si tratta mai di un termine inserito a
casaccio nel contesto. La visione dell’arte di uno studente laureando in
Lettere lo dimostra bene. Egli descrive l’arte in maniera così affascinante: “L’arte è l’espressione degli ideali umani
di un determinato periodo storico, che grazie all’architettura, alla pittura,
alla scultura, alla letteratura, alla filosofia e alla musica, rimarranno
eterni nelle generazioni future. È inoltre, l’espressione dell’anima e dei
sentimenti, è una manifestazione di problemi universali a cui, però, non darà
mai risposta.”
Leggerne una visione filosofico – classica non è difficile. D'altronde
come testato, la sua formazione lo prevede. È ovviamente encomiabile e degna di
stima l’attenzione delicata alla descrizione dell’arte come manifestazione di
problemi universali a cui non questa darà mai risposta. Non ci metto la mano sul fuoco
sull’interpretazione di tale affermazione, ma senza dubbio ho pensato
all’iconografia legata alla religione: manifestazione di “problemi” a cui non è
possibile dare risposta, perché l’epifania non è una realtà approvata.
Alla luce di ciò mi è più
chiaro il problema di base. È altamente evidente che non è assolutamente chiaro
né scontato poter delineare un concetto sull’arte che sia universale ed
accettato unanimemente.
L’arte è parte di noi, vive di noi e noi viviamo di lei nel modo in
cui la assimiliamo e vogliamo accettarla
nella nostra vita. Si mallea e si plasma in base ai nostri interessi; si forma
in base a quello che salviamo e quello che rifiutiamo di ciò che ci offre e la
metabolizziamo sino a conformarla similmente a quello che siamo e che ci
caratterizza.
Ovviamente non vi nego che mi è stata posta a bruciapelo la stessa
domanda.
Ragionandoci, immagino che anche la mia visione dell’arte, viva di
quello che sono e di quella che è la mia formazione, per cui, inseguendo una
visione idealistica e positiva, credo che l’arte in fondo sia “L’insieme
delle cose e delle idee che rendono il mondo più gradevole ai sensi”.
Ma non so quanto possa valere questa mia affermazione, dato che non è
mai stata impressa su uno dei foglietti distribuiti che in modo pressante e
stolkeriano, ho consegnato e preteso indietro, scritti di tutto punto.
PS dell'ultimo momento:
Rivisitando la mia casella di posta elettronica, ho notato tra le mail ricevute, una derivante dal mio caro amico Stefano, laureato presso il Dams di Roma e girovago per il mondo. Dopo aver letto la sua connotazione di cos'è l'arte, non ho potuto non inserirla nonostante la chiusura del mio articolo, per cui l'ho postillata qui. Credo che ogni apporto dato ad una nostra pregressa conoscenza possa solo essere uno stimolo in più. Inoltre quanto sarà riportato senza dubbio può essere ascrivibile ad un nuovo ragionamento sulla validità dell'arte nel vissuto dell'uomo in quanto figlia della sua creatività.
Cito quanto leggo dalla mail:
"Potrei scrivere un bel po' di righe per definire il mio concetto d'arte. Non perché io sia un esperto, per carità, ma per il semplice motivo che una definizione di arte mi pone di fronte una variegata scelta di idee e temi da investigare con cura.
PS dell'ultimo momento:
Rivisitando la mia casella di posta elettronica, ho notato tra le mail ricevute, una derivante dal mio caro amico Stefano, laureato presso il Dams di Roma e girovago per il mondo. Dopo aver letto la sua connotazione di cos'è l'arte, non ho potuto non inserirla nonostante la chiusura del mio articolo, per cui l'ho postillata qui. Credo che ogni apporto dato ad una nostra pregressa conoscenza possa solo essere uno stimolo in più. Inoltre quanto sarà riportato senza dubbio può essere ascrivibile ad un nuovo ragionamento sulla validità dell'arte nel vissuto dell'uomo in quanto figlia della sua creatività.
Cito quanto leggo dalla mail:
"Potrei scrivere un bel po' di righe per definire il mio concetto d'arte. Non perché io sia un esperto, per carità, ma per il semplice motivo che una definizione di arte mi pone di fronte una variegata scelta di idee e temi da investigare con cura.
Però mi limito alle poche righe che mi hai chiesto.
...E ti dirò: per me l'arte è il nulla. E no, non mi rifaccio ai Dadaisti e al loro concetto di anti-arte. Credo che l'arte sia il nulla, il niente, lo zero assoluto, l'opposto all'ovvietà. Ed è solo quello che ci costruisce sopra l'uomo a renderla linguaggio, forma, a renderla il tutto.
Sarà una grossa cazzata, ma questa è la mia modesta opinione."
E allora io mi chiedo: come ignorare che l'arte sia il nulla in un'articolazione di pensiero che alla fine pone l'uomo come unico protagonista anche dell'arte stessa?
E allora io mi chiedo: come ignorare che l'arte sia il nulla in un'articolazione di pensiero che alla fine pone l'uomo come unico protagonista anche dell'arte stessa?
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