mercoledì 9 ottobre 2013

Abused Goddesses: tre dee indiane raccontano la violenza della donna

Ormai note ai più, per la fortuna indiscussa che hanno avuto circolando per le bacheche di facebook, twitter ed ogni sorta di social network, le sette fotografie appartenenti all’idea Los Intocable di Erik Ravelo, sono da considerarsi una sorta di manifesto di denuncia ufficiale ai mali che affliggono quotidianamente l’infanzia.

Fotografie che appunto, sono state in grado di focalizzare l’attenzione su problematiche così evidenti ma allo stesso tempo nascoste, non raccontate, evitate, occultate.
Sulla stessa scia, secondo gli stessi crudi criteri di evidenza, si è quindi avviata la campagna volta a denunciare la violenza di ogni genere, sulle donne: una campagna necessaria visti i dati allarmanti delle ricerche effettuate nel 2013, aventi come argomento soprattutto le violenze sessuali.

I dati più sconvolgenti riguardano il continente asiatico, dove su un campione di 10.000 uomini residenti in Cina, Bangladesh, Cambogia, Indonesia, Sri Lanka e Papua Nuova Guinea, ben 1 su 10 ha ammesso di aver forzato almeno una donna nel corso della propria vita ad avere rapporti sessuali con lui; che sale ad 1 su 4, se si considera la violenza esercitata sulla propria compagna.  

È quindi su queste basi, che si fonda la campagna denominata “Abused Goddesses”; una campagna promossa dall’organizzazione Save Our Sister (SOS) connotabile come una sorta di ramificazione dell’associazione Save the Children India, che si preclude di tutelare e proteggere le donne del territorio indiano e limitrofo, nonché di disciplinare le stesse alla denuncia di ogni malfatto.

A posare per le illustrazioni della campagna pubblicitaria però, non sono donne sfigurate, malmenate o violentate; ma sono direttamente le dee indù Durga, Lakshmi, e Saraswati, raffigurate con segni di violenza sul volto e sul corpo. Sotto ogni illustrazione, una didascalia volta direttamente alle donne indiane, che cita: “Prega di non vedere mai questo giorno. Oggi più del 68% delle donne indiane è vittima di violenze domestiche. Domani sembra che nessuna donna sarà risparmiata. Nemmeno quelle alle quali rivolgiamo le nostre preghiere”.

Le dee illustrate, non sono dee qualunque, ma le tre grandi dee dell’induismo: Lakshmi è la dea della bellezza e della fertilità; Saraswati è la consorte di Shri Brahma, creatore di tutte le cose e Durga è la dea della creazione e della distruzione, il suo stesso nome spiega che non è una divinità facilmente avvicinabile per via della sua forza, capace di mettere ko bestie feroci come leoni e tigri.
Ma che ciò nonostante, diviene vittima anche quest’ultima, come le altre due, delle angherie dell’uomo.

La campagna, così come Los Intocable, ha circolato sin da subito sui social network, incontrando i favori dell’opinione pubblica mondiale, che tende sempre più a vedere nella donna un pari dell’uomo, che merita quindi in virtù di ciò, di avere anche gli stessi diritti e doveri, e di godere della stessa dignità riconosciuta ai primi.

Stessa cosa non si può però affermare paradossalmente circa l’opinione pubblica indiana, che è sembrata scossa da una simile pubblicità: in una società che evidentemente ancora non è pronta a porre le stesse altezze tra i due sessi, la relegazione di tre divinità a semplici donne ha destato scalpore e irritazione; ancora l’idealizzazione delle tre divinità cardine, sfigurate e seviziate, ha destabilizzato l’indiano medio, per nulla incline ad accettare un simile tramortimento delle divinità adorate.

Polemiche su polemiche quindi, ma anche consensi e favori, che lasciano ben sperare in un’attenuazione dei valori sin troppo alti legati alla violenza, alla sevizia ed allo sfruttamento delle donne, in un paese quale l’India, che ad oggi, detiene purtroppo una delle cifre più alte, legate a queste aberrazioni. 

2 commenti:

  1. Grazie Dario, sei sempre una miniera di informazioni..
    Fede

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    1. Grazie a te Fede mia, che trovi sempre un minuto per leggermi, quando puoi.

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