Tra le tante realtà
che caratterizzano la mia regione, sul piano sia paesaggistico che storico
artistico, Minervino Murge, offre indubbiamente uno spettacolo peculiare,
sorgendo ed espandendosi a ridosso dell’omonimo altipiano da cui prende il
secondo nome.
Cattedrale di S. Maria dell'Assunta, XI - XVII secolo, Minervino Murge. |
Quest’ultima, trova la sua collocazione nel
quartiere storico per eccellenza del piccolo paese murgese, in una stradina che
si dirama dalla
piazza a forma triangolare, dove sino agli inizi del XIX secolo era istituito il
cosiddetto “Seggio”, sede della “universitas civium”; a ricordarne la sua
costruzione, una stele sepolcrale posta all’ingresso principale dell’edificio
religioso, che riconduce la committenza del medico e sacerdote di nobile
famiglia Don Giovanni Francesco Fragianni, al 1621.
Chiesa del Conservatorio, facciata, Minervino Murge |
Tale
istituto fu destinato all'educazione delle fanciulle orfane e affidato alle Suore di Clausura della Visitazione, come da decreto di Re Carlo III Borbone
nel 1758, cosa che continuò almeno per un paio di secoli, fino ai primi Anni
Settanta del Novecento, quando la struttura, che intanto si era aperta anche a scuola
materna, fu abbandonata a se stessa e lasciata al degrado più assoluto.
Scorcio nel quartiere Sceciola, Minervino M. |
Ma
andiamo per gradi. Entrando dalla porticina che collega la deliziosa chiesetta
alla Sagrestia, ci si ritrova in un piccolo androne di qualche metro quadro,
dal quale è già possibile cogliere l’importanza del luogo che si sta per
visitare: proprio sulla parete che affaccia esternamente alla strada principale
che porta al castello, è collocata a tutt’oggi, la ruota che consegnava alle Visitandine
i cosiddetti “Figli della Madonna”, bambini non voluti o necessariamente abbandonati
a causa della miseria dilagante.
Salendo
ai piani superiori, quello che si è presentato ai miei occhi è stato uno
spettacolo disdicevole. In una cornice di ragnatele e ammassi di polvere
consolidata, nelle diverse ale e stanze, tra tavoli, sedie, letti e mobilio,
erano dislocati alla rinfusa fogli, registri e documenti risalenti alcuni di
essi, addirittura agli Anni ’50: ricordo in particolare di aver letto di alcuni
fogli che attestavano l’affidamento di alcuni bambini presso famiglie del posto
o giù di lì.
Arco in una stradina di Minervino M. |
Alla
fine del mio tour abusivo – la porta era aperta e la curiosità dello storico
dell’arte mi ha spinto ad esplorare – son giunto ad una considerazione di fondo
che prevedrebbe sicuramente un progetto volto a riqualificare l’ex
conservatorio, dando priorità all’archiviazione dei documenti sparsi tra
mobilio e pavimento e alla tutela degli oggetti qui contenuti; in seguito
lasciando spazio alla ristrutturazione dell’edificio con l’ausilio di una
agenzia delle pulizie e di una squadra di muratori e imbianchini.
Fatto
ciò infatti, senza dubbio l’ex conservatorio potrebbe essere collocato tra i
siti turistici peculiari della zona; i suoi documenti potrebbero essere consultabili
per ricerche personali, e azzardo, l’edificio stesso potrebbe divenire sede di
una sorta di museo delle tradizioni popolari del paese, esponendo parte dell’oggettistica
rinvenuta proprio lì dentro.
Cattedrale vista dalla parte bassa del paese. |
Ps: Quando visitai il Conservatorio, non avevo una fotocamera con me; non essendo riuscito nell'impresa di riscontrare in internet foto che lo raffigurino, ho inserito immagini rappresentative di Minervino.
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