MoMA di New York, facciata. |
Acronimo di Museum of Modern Art, è uno dei musei più celebri e fantastici del mondo.
Collocato in Midtown Manhattan, sulla 53a strada a New York, il MoMA non è solo rinomato, ma è soprattutto uno dei musei d’arte moderna che senza dubbio hanno più inciso sulla diffusione e fruizione di un’arte sempre in costante evoluzione.
Ricercando info su Wikipedia, è possibile aver una visione d’insieme circa le opere contenute nel museo, che spaziano da progetti d'architettura e oggetti di design, a dipinti, sculture, fotografie, serigrafie, film, illustrazioni, disegni e opere multimediali. Inoltre la biblioteca e gli archivi, raccolgono più di 300.000 libri e periodici, oltre alla schedatura di più di 70.000 artisti; non a caso ho cercato su Wikipedia nozioni a riguardo.
Ufficialmente il sito enciclopedico, riporta, qualunque sia l’argomento trattato, spiegazioni coadiuvate da fonti certe.
E allora su questa base, leggendo sul profilo
dedicato al MoMA, di come è nato, mi sorge qualche dubbio (Per un
riscontro: http://it.wikipedia.org/wiki/Museum_of_Modern_Art) :
P. Picasso, Les Deimoselles d'Avignon, 1907, olio su tela, MoMA, New York. |
L'idea originale di un museo di arte moderna fu sviluppata
nel 1928 principalmente da Abby Aldrich Rockefeller (moglie
di John D. Rockefeller Jr.) e da due delle sue amiche, Lillie P.
Bliss e Mary Quinn Sullivan. Il loro gruppo divenne noto con vari
soprannomi, tra cui "the Ladies", "the daring ladies",
e "the adamantine ladies".
Come sede del museo da loro ideato affittarono un edificio piuttosto modesto e
lo aprirono al pubblico il 7 novembre1929, 9 giorni dopo il crollo di Wall
Street. Abby invitò A. Conger Goodyear, in precedenza presidente
del consiglio di amministrazione della Albright Art
Gallery di Buffalo, a diventare presidente del nuovo museo. La
Rockefeller stessa assunse l'incarico di tesoriere. Si trattò di uno dei primi
musei statunitensi ad essere dedicato interamente all'arte moderna e
d'avanguardia europee.
J. Pollock, Echo: Number 25, 1951, olio su tela, MoMA, New York. |
Goodyear convinse Paul J. Sachs e Frank
Crowninshield ad unirsi a lui come membri del consiglio di
amministrazione. Sachs, condirettore e curatore della sezione stampe e disegni
del Fogg Art Museum presso l'Università Harvard, fu incaricato di
reperire i curatori. Goodyear gli chiese di suggerire un direttore e lui
propose Alfred H. Barr Jr., un suo promettente giovane pupillo. Sotto la
guida di Barr la collezione del museo, che in origine era composta di sole otto
stampe e un disegno avuti grazie ad una donazione, si ampliò velocemente. Nel
novembre del 1929 si tenne la prima mostra di successo, in cui furono esposte
opere di Van Gogh, Gauguin, Cézanne, and Seurat.
Nulla di più vero, senza dubbio. Però il vero sarebbe stato ancora più vero se avessi riscontrato la presenza delle motivazioni che hanno indotto i Rockefeller a fondare il museo. Motivazioni che ovviamente non è possibile neanche riscontrare sul sito ufficiale del MoMA, (http://www.moma.org/).
Nulla di più vero, senza dubbio. Però il vero sarebbe stato ancora più vero se avessi riscontrato la presenza delle motivazioni che hanno indotto i Rockefeller a fondare il museo. Motivazioni che ovviamente non è possibile neanche riscontrare sul sito ufficiale del MoMA, (http://www.moma.org/).
V. Van Gogh, Notte stellata, 1889, olio su tela, MoMA, New York. |
Quando Bonito Oliva introduce
il discorso sulla mostra American Art al Whitney Museum,
durante il bicentenario della nascita dello stato nel 1974, ricorda l’impegno
effettivo dei Rockefeller nel mondo dell’arte, essendo questi presidenti,
vicepresidenti e membri associati dei più grandi musei americani, tra cui
proprio il Whitney.
R. Lichtenstein, Drowing girl, 1963, olio e polimero sintetico su tela, MoMA, New York. |
Lo storico dell’arte, ricollocando la mostra in un periodo di forte consapevolezza della tutela verso la diversità quale autenticità, non fa tanto leva sulla protesta derivante dal fatto che alla mostra avesse aderito solo una donna e nessun artista di colore, quanto sul fatto che nessuno avesse protestato per la presenza opprimente dei Rockefeller, quali artefici di un evento spiacevole accaduto nel 1914, nascosto dal muro figurato MoMA, erto proprio per relegare quell'evento nell’oblio.
Ebbene nel 1914, il padre di
John D. Rockfeller, l’allora presidente del MoMA, fu costretto a reprimere uno
sciopero scoppiato in una sua miniera a Ludow, nel Colorado. Per farlo utilizzò
il suo esercito privato e richiese la collaborazione dell’esercito federale: il
risultato fu la morte di alcuni minatori, di due donne e undici bambini.
M. Rotkho, N.10, olio su tela, MoMA, New York. |
Il consiglio che ne ricevette
fu quello di associare il nome della sua famiglia ad opere di beneficienza e
cultura, magari verso un’arte ancora poco capita, che meritava di una spinta
verso la totale fruizione pubblica.
E fu così che arrivò la
Rockefeller Foundation ed il Museum of Modern Art.
Beh si, decisamente alla luce
di questa realtà è più facile mostrare ora una reticenza, una sorta di
delusione, verso quella che è oggi un’istituzione indiscutibilmente
straordinaria.
Ma è anche vero che l’arte non è colpevole; lo è piuttosto, l’uomo. Quindi se doveste andarci in futuro, (io mi auguro di poterlo fare quanto prima) godetevi Picasso, Cezanne, Dalì, Chagall, Degas, Monet, Pollock, Rothko o Kandinskij senza riserva e ragionate sul fatto che, anche se come rimedio ad un gesto aberrante, in fondo il magnate americano simbolo del capitalismo temuto, qualcosa di buono per l’umanità è riuscito a farla.
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