Il
patrimonio di tradizioni legato agli antichi riti della Settimana
Santa a Canosa di Puglia, offre sia al visitatore che al
cittadino, un percorso di fede e di religiosità carico di emozioni, in cui
sacra liturgia e pietà popolare, gelosamente conservate, rivivono nelle
tradizionali processioni.
In esse,
religiosità e misticismo si fondono e trovano nelle suggestive architetture del
nucleo urbano i luoghi privilegiati per lo svolgimento di riti religiosi che
avvolgono il fedele e lo accompagnano in un’ atmosfera intrisa di spiritualità,
di partecipazione emotiva e sensoriale, sottolineata dal suono struggente di
marce funebri eseguite dalla banda musicale di Canosa.
Statua dell'Addolorata di Canosa di Puglia. |
L'iter della
Settimana Santa, a Canosa di Puglia ha inizio il venerdì antecedente alla
Domenica delle Palme, con la processione dell’Addolorata, cosa riscontrabile nel resto del Meridione, in quanto solitamente la
Madonna dell’Addolorata viene venerata nel Venerdì di Passione; ciò nonostante non è altrettanto raro trovare paesi che preferiscono sfoggiarla in processione durante il Venerdì dei Misteri.
La statua
dell’ Addolorata, che viene portata a braccia dai fedeli per le vie
principali della città, fu realizzata nel XVIII secolo nel Napoletano, per
volere della Confraternita dell’ Addolorata che ne commise l’
opera, e porta in grembo un cuore argenteo che riporta l’ iscrizione della
commissione dello stesso, ad opera delle fedeli, nel 1878: “LE FIGLIE
ALLA MADRE”.
Dal suo
lungo manto nero, emerge il volto materno, (privo attualmente della folta
chioma di capelli veri, ma poco veritiera nel complesso, in quanto non copriva
totalmente la capigliatura intagliata nel legno), che esprime con intensità
umana e spirituale, il pianto e l’ amore di Maria. In grembo la Madonna
stringe il cuore argenteo, nel quale è conficcato uno spadino.
Il cuore
trafitto è riportato anche nell’intarsio marmoreo policromo dell’ altare eretto
a devozione dalla famiglia Fracchiolla nel 1886.
La Chiesa e
la città di Canosa, rivivono la memoria dell’ Addolorata nella
processione di un fiume di donne vestite di nero, nel prolungamento del manto
nero di Maria, nella condivisione dei dolori e della fede della Vergine.
Alla guida
della processione, vi sono sacerdoti e diaconi, che recitano il rosario sulla
meditazione dei Sette Dolori di Maria, nel silenzio delle strade e
della devozione popolare alla Vergine Addolorata.
Nella
Domenica delle Palme, il primo giorno della Settimana Santa, il popolo canosino
sente sulla propria pelle il senso di festa di questo giorno, che ricorda l’
entrata di Gesù a Gerusalemme, accolto ed osannato dal popolo che celebrava la
sua venuta, sventolando palme e ramoscelli di ulivo, in segno di ovazione e di
pace.
Come in un
vero e proprio giorno di festa, i cittadini si vestono con i loro abiti più
belli, al fine di recarsi in chiesa per la benedizione.
I
capifamiglia, solitamente si recano nelle campagne per recidere i rami di ulivo
(in mancanza delle palme, assenti nella campagna canosina) o per raccogliere i
rami già recisi durante l’ operazione di potatura e insieme a tutta la
famiglia, con ramoscelli alla mano da far benedire, si recano presso la
propria chiesa così da percorrere al seguito del sacerdote della propria
Parrocchia, le strade principali del quartiere d'appartenenza, in ricordo del
percorso fatto da Cristo. Un percorso che permette la benedizione dei
ramoscelli degli anziani impossibilitati a muoversi dalle proprie abitazioni.
La Passione Vivente, che si svolge a Canosa solitamente durante la Domenica delle Palme. |
Nel
pomeriggio si svolge la Passione Vivente, una tra le
manifestazioni culturali e religiose più importanti è rappresentative di
Canosa. Ogni anno da un ventennio a questa parte, richiama migliaia di
spettatori che da tutto il Nord Barese ed oltre, vengono ad ammirare la sacra
rappresentazione realizzata con attori del popolo, su uno scenario sempre vero
e spettacolarmente importante.
Si tratta di
una manifestazione originale della rappresentazione nel rispetto rigoroso della
verità storica e religiosa, coniugata artisticamente con un linguaggio scenico
attuale e vivo, in un suggestivo paesaggio frammisto anch’esso di antico ed
attuale, di passato e presente.
Questa sacra
manifestazione, ha come obiettivo sin dal 1991, per volere delle Comunità
Parrocchiali di Canosa, al fine di dare valore e significato ulteriore alla
Santa Pasqua, quello di far rivivere ai partecipanti, i momenti più salienti
della vita di Gesù Cristo, crocifisso e risolto.
A seguire ha
luogo il Triduo pasquale, ossia l’insieme delle celebrazioni più importanti
della Settimana Santa.
Il Triduo ha
inizio il Giovedì Santo con la Messa Vespertina in Coena Domini e
successivamente con l’allestimento degli altari e la celebrazione dei Subbulkre,
rito che vede il pellegrinaggio dei fedeli per le varie chiese che qui cercano
un momento di preghiera.
Nel rispetto di una tradizione centenaria, nella ricorrenza del Giovedì Santo, la sera dopo la Messa Coena Domini, in tutte le chiese delle parrocchie, vengono allestiti i “sepolcri”. Il sepolcro, per i cristiani rappresenta il luogo - l'orto del Getsemani - dove nostro Signore Gesù Cristo, si recò a pregare, sentendo ormai vicina l'ora del suo sacrificio e viene reso attraverso l'apparecchiamento dell'altare a tavola imbandita di tredici piatti, quanti erano i commensali dell'Ultima Cena.
Allestimento dei Subbulkre, nelle parrocchie di Canosa, durante il Giovedì Santo. |
Fanno parte
dell’ allestimento anche piantine di legumi o grano o orzo, che seminate il
giorno di Mercoledì delle ceneri, e tenute in penombra in casa sotto i letti o
nelle dispense, per tutti i quaranta giorni della Quaresima, fino al Giovedì
Santo, crescevano sottili e prive di clorofilla, conferendo al fogliame il
classico colore biancastro - giallino.
Sovente
alcune vie che portano agli ingressi delle chiese, che per l’ occasione
rimangono aperte per tutta la notte, sono illuminate da ceri e candele, e sui
balconi che si affacciano a queste, vengono stesi panni e lenzuola
rigorosamente bianchi, che secondo la tradizione, dovevano indicare alla
Madonna la via giusta da perseguire per raggiungere suo figlio.
Complesso statuario della Crocifissione, in processione durante il Venerdì di Passione per le vie di Canosa di Puglia. |
Il
Venerdì Santo è celebrata quindi la processione dei Misteri, che vede sfilare
un nutrito gruppo di statue singole e complessi statuari raffiguranti i momenti
salienti della Passione di Cristo e della Via Crucis. La processione dei Misteri, parte dalla
Chiesa della Madonna del Carmine (anche detta del Carmelo); questa è una
delle chiese più antiche di Canosa. Nella chiesa aveva sede dal 1845 sino al
1987, la Confraternita del SS. Sacramento, che ogni anno organizzava la processione del
Gesù morto, della Vergine Addolorata e del Reliquiario del Legno Sacro.
Da questa
chiesa parte la processione dei Misteri, con antiche statue
lignee, che rappresentano le varie stazioni della Via Crucis.
La prima
statua della processione, è Gesù nell’orto degli ulivi, a
seguire Gesù flagellato alla colonna; poi l'Incoronazione
di spine e Gesù che porta la croce e ancora la
Veronica.
Segue il
complesso statuario della Crocifissione con le figure presenti
sul Monte Golgota durante l'evento; Addolorata del Venerdì Santo, la Reliquia
della Santa Croce ed il Cristo Morto, che raffigura
il corpo esanime di Cristo, deposto in una teca rettangolare di vetro, con
basamento in pietra, e coperto da un drappo nero, con frange dorate che
discende sugli angoli della teca.
Il Cristo Morto, portato in processione durante il Venerdì di Passione, per le vie di Canosa. |
Il
Sabato Santo ha luogo la processione più suggestiva tra quelle presenti nel
Triduo pasquale: la Desolata, un complesso statuario raffigurante la Madonna
in Pietà, consolata da un angelo, preceduto da bambini travestiti da angeli e
principi nobili, e seguito da donne vestite a lutto, che inneggiano lo Stabat Mater.
Complesso statuario della Desolata, in processione la mattina del Sabato Santo a Canosa di Puglia. |
Un
tempo la processione procedeva nel suo cammino sin dalle prime luci dell’ alba;
in seguito, esigenze pastorali, dovute alla tutela dei bambini che
partecipavano alla processione, hanno ritardato il suo inizio. Ciò nonostante,
non è venuta mai ad affievolirsi, la partecipazione e l’ interesse dei
credenti, verso questo
evento.
Il gruppo
plastico attuale, raffigura la Madonna in Pietà, dal pallido viso,
l’aria attonita, e lo sguardo rivolto al cielo, avvolta dal manto luttuoso
bordato d’oro, recante nelle mani il fazzoletto di lino deposito delle sue
lacrime, e la corona di spine del figlio.
Nel suo
petto è conficcato un pugnale, che riprende l’ iconologia dell’ Addolorata,
in quanto la statua ne è una variante.
Dietro la
Vergine si erge un angelo vestito da una candida tunica, che sembra porgere l’
aureola di santità sulla testa di Maria, che siede su una roccia,
simboleggiante il Sepulcrum Domini, dalla quale svetta una
grande croce, con la sindone sui bracci, a formare la M di
Maria.
Esattamente
come un tempo, oggi, la gente compostamente assiepata lungo i margini delle
strade cittadine, assiste alla processione composta da numerosi bambini vestiti
da angioletti, con tuniche colorate ed ali dorate, che portano i segni della
Passione del signore, riconducibili a vari passi del Vangelo: la corona
di spine, le funi della flagellazione, gli scudisci, le canne, i vari quadri
raffiguranti le stazioni della Via Crucis, il calice, i dadi raffiguranti
quelli con cui i soldati tirarono a sorte le vesti di Gesù, la Croce, la
spugna imbevuta d’ aceto infilzata da un lungo bastone.
Primo piano de La Desolata. |
Il testo
dell’ Inno alla Desolata, appartiene a Jacopone da Todi, mentre la
musica appartiene al musicista Antonio Liotti che operò nel XVIII secolo.
Il
coro che canta l’ inno, è composto di 250 ragazze, nonostante l’ affluenza di
richieste da parte delle giovani ragazze canosine. Un numero superiore non
sarebbe gestibile durante la processione, quando per esempio nella zona vecchia
del Castello, a volte l’ inizio del gruppo ha già girato per una stradina,
mentre la coda con la Banda, sta ancora percorrendo la stradina precedente.
La
processione termina in Piazza della Repubblica, ai piedi dell’ obelisco dell’
Immacolata; con il preannunzio del messaggio pasquale.
Coro delle Pie donne velate, durante la Processione del Sabato Santo a Canosa. |
A chiudere
il Triduo, la Veglia Pasquale e la celebrazione Eucaristica della Domenica di
Pasqua.
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