lunedì 25 marzo 2013

La Settimana Santa a Canosa di Puglia

La Settimana Santa a Canosa di Puglia, prevede eventi, celebrazioni, riti e processioni tra le più suggestive del Meridione, rappresentando per la città un momento di coinvolgimento totale e di avvicinamento più accentuato alla fede e alla Chiesa, poiché vede un susseguirsi di processioni incentrate sul dolore di Gesù Cristo ma, ancor di più, della Madonna.

Il patrimonio di tradizioni legato agli antichi riti della Settimana Santa Canosa di Puglia, offre sia al visitatore che al cittadino, un percorso di fede e di religiosità carico di emozioni, in cui sacra liturgia e pietà popolare, gelosamente conservate, rivivono nelle tradizionali processioni.

In esse, religiosità e misticismo si fondono e trovano nelle suggestive architetture del nucleo urbano i luoghi privilegiati per lo svolgimento di riti religiosi che avvolgono il fedele e lo accompagnano in un’ atmosfera intrisa di spiritualità, di partecipazione emotiva e sensoriale, sottolineata dal suono struggente di marce funebri eseguite dalla banda musicale di Canosa.

Statua dell'Addolorata di Canosa di Puglia. 
L'iter della Settimana Santa, a Canosa di Puglia ha inizio il venerdì antecedente alla Domenica delle Palme, con la processione dell’Addolorata, cosa riscontrabile nel resto del Meridione, in quanto solitamente la Madonna dell’Addolorata viene venerata nel Venerdì di Passione; ciò nonostante non è altrettanto raro trovare paesi che preferiscono sfoggiarla in processione durante il Venerdì dei Misteri.
La statua dell’ Addolorata, che viene portata a braccia dai fedeli per le vie principali della città, fu realizzata nel XVIII secolo nel Napoletano, per volere della Confraternita dell’ Addolorata che ne commise l’ opera, e porta in grembo un cuore argenteo che riporta l’ iscrizione della commissione dello stesso, ad opera delle fedeli, nel 1878: “LE FIGLIE ALLA MADRE”.

Dal suo lungo manto nero, emerge il volto materno, (privo attualmente della folta chioma di capelli veri, ma poco veritiera nel complesso, in quanto non copriva totalmente la capigliatura intagliata nel legno), che esprime con intensità umana e spirituale, il pianto e l’ amore di Maria. In grembo la Madonna stringe il cuore argenteo, nel quale è conficcato uno spadino.
Il cuore trafitto è riportato anche nell’intarsio marmoreo policromo dell’ altare eretto a devozione dalla famiglia Fracchiolla nel 1886.

La Chiesa e la città di Canosa, rivivono la memoria dell’ Addolorata nella processione di un fiume di donne vestite di nero, nel prolungamento del manto nero di Maria, nella condivisione dei dolori e della fede della Vergine.

Alla guida della processione, vi sono sacerdoti e diaconi, che recitano il rosario sulla meditazione dei Sette Dolori di Maria, nel silenzio delle strade e della devozione popolare alla Vergine Addolorata.


Nella Domenica delle Palme, il primo giorno della Settimana Santa, il popolo canosino sente sulla propria pelle il senso di festa di questo giorno, che ricorda l’ entrata di Gesù a Gerusalemme, accolto ed osannato dal popolo che celebrava la sua venuta, sventolando palme e ramoscelli di ulivo, in segno di ovazione e di pace.
Come in un vero e proprio giorno di festa, i cittadini si vestono con i loro abiti più belli, al fine di recarsi in chiesa per la benedizione.
I capifamiglia, solitamente si recano nelle campagne per recidere i rami di ulivo (in mancanza delle palme, assenti nella campagna canosina) o per raccogliere i rami già recisi durante l’ operazione di potatura e insieme a tutta la famiglia, con ramoscelli alla mano da far benedire, si recano presso la propria chiesa così da percorrere al seguito del sacerdote della propria Parrocchia, le strade principali del quartiere d'appartenenza, in ricordo del percorso fatto da Cristo. Un percorso che permette la benedizione dei ramoscelli degli anziani impossibilitati a muoversi dalle proprie abitazioni.

La Passione Vivente, che si svolge a Canosa solitamente durante la
Domenica delle Palme. 
Nel pomeriggio si svolge la Passione Vivente, una tra le manifestazioni culturali e religiose più importanti è rappresentative di Canosa. Ogni anno da un ventennio a questa parte, richiama migliaia di spettatori che da tutto il Nord Barese ed oltre, vengono ad ammirare la sacra rappresentazione realizzata con attori del popolo, su uno scenario sempre vero e spettacolarmente importante.
Si tratta di una manifestazione originale della rappresentazione nel rispetto rigoroso della verità storica e religiosa, coniugata artisticamente con un linguaggio scenico attuale e vivo, in un suggestivo paesaggio frammisto anch’esso di antico ed attuale, di passato e presente.

Questa sacra manifestazione, ha come obiettivo sin dal 1991, per volere delle Comunità Parrocchiali di Canosa, al fine di dare valore e significato ulteriore alla Santa Pasqua, quello di far rivivere ai partecipanti, i momenti più salienti della vita di Gesù Cristo, crocifisso e risolto.
A seguire ha luogo il Triduo pasquale, ossia l’insieme delle celebrazioni più importanti della Settimana Santa.
Il Triduo ha inizio il Giovedì Santo con la Messa Vespertina in Coena Domini e successivamente con l’allestimento degli altari e la celebrazione dei Subbulkre, rito che vede il pellegrinaggio dei fedeli per le varie chiese che qui cercano un momento di preghiera.

Nel rispetto di una tradizione centenaria, nella ricorrenza del Giovedì Santo, la sera dopo la Messa Coena Domini, in tutte le chiese delle parrocchie, vengono allestiti i “sepolcri”. Il sepolcro, per i cristiani rappresenta il luogo - l'orto del Getsemani - dove nostro Signore Gesù Cristo, si recò a pregare, sentendo ormai vicina l'ora del suo sacrificio e viene reso attraverso l'apparecchiamento dell'altare a tavola imbandita di tredici piatti, quanti erano i commensali dell'Ultima Cena. 

Allestimento dei Subbulkre, nelle parrocchie di Canosa,
durante il Giovedì Santo. 
Fanno parte dell’ allestimento anche piantine di legumi o grano o orzo, che seminate il giorno di Mercoledì delle ceneri, e tenute in penombra in casa sotto i letti o nelle dispense, per tutti i quaranta giorni della Quaresima, fino al Giovedì Santo, crescevano sottili e prive di clorofilla, conferendo al fogliame il classico colore biancastro - giallino. 
Sovente alcune vie che portano agli ingressi delle chiese, che per l’ occasione rimangono aperte per tutta la notte, sono illuminate da ceri e candele, e sui balconi che si affacciano a queste, vengono stesi panni e lenzuola rigorosamente bianchi, che secondo la tradizione, dovevano indicare alla Madonna la via giusta da perseguire per raggiungere suo figlio.

Complesso statuario della Crocifissione,
in processione durante il Venerdì di Passione
per le vie di Canosa di Puglia.
Il Venerdì Santo è celebrata quindi la processione dei Misteri, che vede sfilare un nutrito gruppo di statue singole e complessi statuari raffiguranti i momenti salienti della Passione di Cristo e della Via Crucis. La processione dei Misteri, parte dalla Chiesa della Madonna del Carmine (anche detta del Carmelo);  questa è una delle chiese più antiche di Canosa. Nella chiesa aveva sede dal 1845 sino al 1987, la Confraternita del SS. Sacramento, che ogni anno organizzava la processione del Gesù morto, della Vergine Addolorata e del Reliquiario del Legno Sacro.

Da questa chiesa parte la processione dei Misteri, con antiche statue lignee, che rappresentano le varie stazioni della Via Crucis.
La prima statua della processione, è Gesù nell’orto degli ulivi, a seguire Gesù flagellato alla colonna; poi l'Incoronazione di spine Gesù che porta la croce e ancora la Veronica. 

Segue il complesso statuario della Crocifissione con le figure presenti sul Monte Golgota durante l'evento; Addolorata del Venerdì Santo, la Reliquia della Santa Croce ed il Cristo Morto,  che raffigura il corpo esanime di Cristo, deposto in una teca rettangolare di vetro, con basamento in pietra, e coperto da un drappo nero, con frange dorate che discende sugli angoli della teca.

Il Cristo Morto, portato in processione durante il Venerdì di Passione, per le vie di Canosa. 

Il Sabato Santo ha luogo la processione più suggestiva tra quelle presenti nel Triduo pasquale: la Desolata, un complesso statuario raffigurante la Madonna in Pietà, consolata da un angelo, preceduto da bambini travestiti da angeli e principi nobili, e seguito da donne vestite a lutto, che inneggiano lo Stabat Mater.

Complesso statuario della Desolata, in processione
la mattina del Sabato Santo a Canosa di Puglia. 
Un tempo la processione procedeva nel suo cammino sin dalle prime luci dell’ alba; in seguito, esigenze pastorali, dovute alla tutela dei bambini che partecipavano alla processione, hanno ritardato il suo inizio. Ciò nonostante, non è venuta mai ad affievolirsi, la partecipazione e l’ interesse dei credenti,  verso questo evento.

Il gruppo plastico attuale, raffigura la Madonna in Pietà, dal pallido viso, l’aria attonita, e lo sguardo rivolto al cielo, avvolta dal manto luttuoso bordato d’oro, recante nelle mani il fazzoletto di lino deposito delle sue lacrime, e la corona di spine del figlio. 

Nel suo petto è conficcato un pugnale, che riprende l’ iconologia dell’ Addolorata, in quanto la statua ne è una variante.

Dietro la Vergine si erge un angelo vestito da una candida tunica, che sembra porgere l’ aureola di santità sulla testa di Maria, che siede su una roccia, simboleggiante il Sepulcrum Domini, dalla quale svetta una grande croce, con la sindone sui bracci, a formare la M di Maria.

Esattamente come un tempo, oggi, la gente compostamente assiepata lungo i margini delle strade cittadine, assiste alla processione composta da numerosi bambini vestiti da angioletti, con tuniche colorate ed ali dorate, che portano i segni della Passione del signore, riconducibili a vari passi del Vangelo: la corona di spine, le funi della flagellazione, gli scudisci, le canne, i vari quadri raffiguranti le stazioni della Via Crucis, il calice, i dadi raffiguranti quelli con cui i soldati tirarono a sorte le vesti di Gesù, la Croce, la spugna imbevuta d’ aceto infilzata da un lungo bastone.

Primo piano de La Desolata. 
A seguire i bambini e la Polifonica, si manifesta la peculiarità della processione del Sabato Santo: un nutrito gruppo di ragazze vestite di nero, molte di loro scalze in segno di penitenza, e con il volto coperto con un foulard nero anch’esso, a significare il lutto ed il dolore di Maria per la perdita del Figlio, esegue il tradizionale e commuovente Inno della Desolata, conosciuto anche col nome Stabat Mater, l’ opera di Jacopone da Todi, da cui è stato evinto il testo della Marcia Funebre.

Il testo dell’ Inno alla Desolata, appartiene a Jacopone da Todi, mentre la musica appartiene al musicista Antonio Liotti che operò nel XVIII secolo.

 Il coro che canta l’ inno, è composto di 250 ragazze, nonostante l’ affluenza di richieste da parte delle giovani ragazze canosine. Un numero superiore non sarebbe gestibile durante la processione, quando per esempio nella zona vecchia del Castello, a volte l’ inizio del gruppo ha già girato per una stradina, mentre la coda con la Banda, sta ancora percorrendo la stradina precedente.
La processione termina in Piazza della Repubblica, ai piedi dell’ obelisco dell’ Immacolata; con il preannunzio del messaggio pasquale. 

Coro delle Pie donne velate, durante la Processione del Sabato Santo a Canosa. 

A chiudere il Triduo, la Veglia Pasquale e la celebrazione Eucaristica della Domenica di Pasqua.

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