domenica 17 novembre 2013

Il Museo Paleocristiano della Cattedrale e la disastrosa corsa ai ripari per l'arrivo del Ministro Bray

Massimo Bray, Ministro del MIBAC sotto il Governo Letta. 
Da storico dell’arte e da canosino ho assistito al tripudio suscitato dalla presenza nella mia città, Canosa di Puglia, del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Massimo Bray e del Professore Fabrizio Bisconti, Sovrintendente alle Catacombe della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra del Vaticano, nonché mio professore di Iconografia cristiana e medievale, venuti per partecipare al convegno “La valorizzazione dei beni culturali come motore di crescita economica. I Tesori di Canosa di Puglia” tenutosi in data 16 novembre.

Da cittadino canosino, sono stato entusiasta della loro visita e dell’intervento appassionato – ma anche diplomatico ad onor del vero – del Ministro, che ha riconosciuto l’importanza artistica ed archeologica del meridione: una realtà da valorizzare al meglio, all’insegna dei rispetto per l’arte e per la cultura.

Palazzo Fracchiolla Minerva, sede del Museo Paleocristiano
della Cattedrale, Canosa di Puglia
Da storico dell’arte invece, devo ammettere che i miei sentimenti si sono divisi: da un lato ho ammirato meravigliato le opere d’arte appartenenti al “tesoro” della Cattedrale e mi sono ritenuto orgoglioso di quanto custodito dalla mia città; dall’altro però, sono rimasto esterrefatto nel dover constatare il modo in cui è stato organizzato e gestito un museo, costretto all’ultimo minuto ad una pre-inaugurazione di forma, per l’arrivo delle alte cariche.  

Infatti, dopo mesi e mesi passati a discutere anche animatamente sulla dislocazione di un nuovo museo e sulla concessione di fondi per la sua apertura, probabilmente non è stata la migliore delle soluzioni “arrangiarsi” per come si poteva nell’adibire il centrale Palazzo Fracchiolla Minerva a Museo Paleocristiano della Cattedrale.

Dico questo perché nel pomeriggio a seguire la pre-inaugurazione, mi sono recato nell’edificio, curioso di poter finalmente ammirare il crocifisso bizantino in avorio del XII secolo – pezzo forte della mostra - e gli altri meravigliosi beni custoditi, ma ahimé, già nell’attesa di poter salire ai piani superiori nel quale è dislocata la mostra, ho dovuto iniziare a contare gli episodi sintomatici di un’organizzazione poco eccellente.


Teca vitrea con la croce d'avorio. 
Crocifisso con Cristo Sacerdos, XI sec., avorio,
 Museo Paleocristiano della Cattedrale, Canosa. 

Perché un’organizzazione la reputi poco eccellente quando una delle guide si affaccia per le scale con una faccia infastidita e preoccupata dalla fila corposa nell’atrio e inizia a gesticolare e consigliare ad alta voce ai suoi colleghi gestori della fila, di mandare i visitatori nello shop, manco se questi fossero pecore al macello; perché un’organizzazione la reputi tale quando la stessa guida non ti da modo di poter guardare come dio comanda un pezzo della collezione, intimandoti di raggiungere per forza di cose il gruppo: in qualunque museo, il visitatore ammira per quanto tempo vuole ciò a cui è interessato, senza se e senza ma; perché un’organizzazione non la reputi tale quando la guida ti descrive un’esemplare stupendo di Cristo Sacerdos come Gesù che sta dormendo, non accenna quasi mai alla datazione delle opere e si chiede addirittura se una pittura su carta da parati possa essere o meno un affresco.
Ma certo che una pittura su carta non è un affresco! Una guida turistica dovrebbe saperlo!

G. Paloscia, Volta delle stanze del Palazzo Fracchiolla Minerva, XIX sec., pittura su carta da parati, Canosa. 

Una davvero rammaricante lacuna quella organizzativa che dimostra come probabilmente Canosa ancora una volta, non fosse pronta all’evento di oggi. Peccato, perché i beni esposti sono di un valore artistico inestimabile, dalla croce greca in avorio già ricordata (oggetto liturgico rubato nel 1983 dalla Cattedrale e recuperato a Parigi nel 2008), ai guanti appartenuti probabilmente a Papa Pasquale II (fine XI secolo); dai codici miniati in pergamena e vello dei XIV secolo al flabello in pergamena dipinta e manico in legno inciso, probabilmente databile al XIII secolo.


Guanti di Papa Pasquale II, XI sec.
lana e seta, Museo Paleocristiano, Canosa
Flabello, XIII sec., pergamena dipinta e legno,
Museo Paleocristiano, Canosa. 

Codice miniato, XIV secolo, pergamena,
Museo Paleocristiano, Canosa. 
Codice miniato, XIV secolo, pergamena,
Museo Paleocristiano, Canosa 

In conclusione però quella di oggi era solo una pre-inaugurazione: la metà delle vetrine vuote, perché non ancora allestite, parlava chiaro. Quindi, c’è ancora speranza che per l’inaugurazione, quella ufficiale, l’organizzazione, la gestione e la location risultino impeccabili; perché il patrimonio museale e la città sono artisticamente di spessore e senza dubbio meritano un trattamento decisamente migliore di quello a cui ho assistito nella mia visita.


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