venerdì 15 novembre 2013

Il plagio nella musica e nell'arte è sempre sbagliato?

I Kraftwerk, pionieri della musica elettronica.
Discutendo con il mio collega Daniele di musica e interessi vari (la citazione al film trash in assoluto Parentesi Tonde era doverosa), la mia affermazione sul fatto che i Coldplay siano a giusto merito, uno dei gruppi più affermati ed amati sulla scena mondiale, ha fatto tentennare non poco chi avessi di fronte.

La ragione era da riscontrarsi infatti, nell’evidentissimo plagio che mi faceva notare Daniele, di cui si era reso protagonista il gruppo alternative rock britannico con la canzone Talk, copiata nella melodia, da Computer Love, degli ugualmente noti Kraftwerk, padri tedeschi della musica elettronica: un gesto di poca classe probabilmente; un affronto ed un’evidente mancanza di rispetto verso l’originalità ed il genio altrui. E su questo sono d’accordo, ma solo per metà.

I Coldplay
Abituato per natura ad analizzare fino in fondo le cause o le ragioni che spingono taluno ad agire in un determinato modo, - senza però, necessariamente giustificare o scusare – mi sono chiesto cosa avesse mai potuto spingere gli autori di Fix You, che io trovo una delle più belle canzoni mai scritte, ad agire in modo discutibile e meschino(?).

Così ho provato ad ascoltare entrambe le versioni e mentre lo facevo, ho pensato ai plagi, alle “ispirazioni” ed agli studi che hanno caratterizzato alcune opere, poi diventate famose.
Tra le più evidenti, sicuramente salta subito all’occhio L.H.O.Q.Q. il ready-made creato nel 1919 dal dadaista Marcel Duchamp, l'artista della Fontana.

L.H.O.Q.Q. è infatti la riproduzione fotografica della Gioconda di Leonardo da Vinci, sul quale supporto l’artista provocatorio aggiunse baffi e pizzetto; un titolo ed una modifica non casuali dato l’intento voluto: L.H.O.Q.Q. in francese equivale alla fonia di "Elle a chaud au cul", ossia "Lei ha caldo al culo"; un’evidente ridicolizzazione dell’opera d’arte per eccellenza, in una visione volta a dissacrare l’arte, in pieno clima dadaista.

E ancora, l’aggiunta della peluria, costruisce la decorazione dell’idea: ancora oggi sui libri di arte e di storia pieni di immagini, quasi istintivamente o sovrappensiero, tendiamo a ridefinire i ritratti presenti con baffi, denti pronunciati o trucchi evidenti; Duchamp aveva riproposto quindi la stessa idea alla sua fotografia, ottenendo un effetto immediato e chiaro.

M. Duchamp, L.H.O.O.Q., 1919, ready made
Collezione privata, New York.  
Leonardo da Vinci, Monna Lisa, 1503 - 1517,
olio su tavola, Museo del Louvre, Parigi

Altro caso storico è dato dallo studio di diversi disegni e dipinti già presenti: non era un affronto per un maestro, se il proprio allievo copiasse la sua opera, per poi modificarla sino a renderla personale, né era visto in malo modo lo studio di vecchi disegni appartenuti ad artisti affermati nella storia: basti ricordare nel primo caso Lo Sposalizio della Vergine del Perugino ed il medesimo tema ad opera del giovane Raffaello, che se accostati rilevano analogie incredibili; nel secondo caso valga uno su tutti lo studio dei disegni di fisiognomica di Sofonisba Anguissola, da parte del Caravaggio alle prime armi, nel Ragazzo morso dal ramarro.

Raffaello, Sposalizio della Vergine, 1504,
olio su tavola, Pinacoteca di Brera, Milano
Perugino, Sposalizio della Vergine, 1500 - 1504,
olio su tavola, Musèe de Beaux Arts, Caen 

Infine – i casi potrebbero essere infiniti, quindi devo darci un taglio – un altro caso di simil plagio potrebbe essere lo studio del Ritratto di Innocenzo X di Velazquez, dipinto da Francis Bacon nel 1953. L’opera in questione è il risultato della visione espressionista angosciata e terrificante dell’artista contemporaneo lontano dall'armonia cromatica e compositiva del pittore moderno spagnolo.

Quel che ne esce è un dipinto che non lascia indifferenti, che spinge il fruitore a interrogarsi sul senso della spiritualità e della serenità che accompagna ognuno di noi, sino allo sgomento dato dall’evidente monito per cui se l’angoscia può colpire anche la santità in Terra, allora può andare ad intaccare tutti indistintamente dalla classe sociale, gusti sessuali, razza, religione e sesso.

F. Bacon, Studio del Ritratto di Innocenzo X, 1953,
Olio su tela, Des Moines Art Centre, Iowa.
D. Velazquez, Ritratto di Innocenzo X, 1650,
olio su tela, Galleria Doria Phamphilj, Roma 

Ad ogni modo, dopo queste riflessioni sul piano artistico e dopo aver ascoltato le due versioni, l’originale e la copiata, sono giunto ad una conclusione – continuo a precisare – personale, secondo cui, il plagio è sempre un atto eticamente e moralmente condannabile, ma se e quando porta ad un insegnamento diverso, ad un confronto costruttivo, o semplicemente come nel caso di Talk, ad un miglioramento qualitativo dell’armonia di una canzone al tempo ancora in fase di sperimentazione, allora un occhio lo si può anche chiudere. 



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