Fatemi essere
assurdamente populista per una volta, ma è l'unica valvola di sfogo a tenere a
bada una misantropia sempre più provata negli ultimi tempi, stanco di leggere
ovunque attacchi al Ministro Cécile Kyenge, stanco di notare l'indignazione nel
dover accettare forzatamente la legittimità del suo ruolo: che voi cittadini
italiani lo vogliate o meno, il nostro stato è definibile tra le tante, come
"multietnico".
E' una realtà evidente
che ormai si possa solo parlare relativamente di minoranze etniche; cristiani e
musulmani, bianchi e neri, extracomunitari e comunitari si fondono o sono
destinati a fondersi ormai sotto il patrocinato - auspicabile - di un coacervo di
fattori unificanti nella dicitura "integrazione".
Bisogna integrare per
convivere in armonia. Lo abbiamo preteso quando noi italiani emigranti abbiamo
solcato le terre di mezza Europa e dell'America del Sud in cerca di lavoro e
fortuna; abbiamo parlato le loro lingue, abbiamo sposato i nativi del luogo,
abbiamo sfornato prole ibrida ma riconosciuta come nativa anch'essa del luogo
che ci ha accolto.
Questa è stata
INTEGRAZIONE, ma ce lo siamo dimenticato evidentemente.
Il Ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge |
Tornando a noi, che lo
vogliate o no, l'Italia è ormai avviata ad essere un paese multietnico e in
quanto tale deve tutelare ogni razza, ogni etnia, ogni singolo cittadino,
perché è simbolo di maturità farlo, è simbolo di cambiamento, di riflessione.
Ricordiamoci infatti,
che il Ministero dell'Integrazione, proprio perché tale, non mira a favorire le
minoranze anziché gli italiani; ma piuttosto, mira a creare un clima di
collaborazione, convivenza e pace tra i popoli nella speranza che le
discrepanze, le incomprensioni e la diffidenza, che ancora si vivono in ogni
città d'Italia, possano lasciare posto il prima possibile al dialogo.
Concludo con una
beffarda e paradossale costatazione: ogni giorno noi pretendiamo radicali
cambiamenti, ma poi all'atto pratico, quando siamo chiamati a farlo per
davvero, non sappiamo accettare uno dei più radicali che il Governo ha
dimostrato di accogliere.
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