martedì 7 maggio 2013

Quando la cupola del Mausoleo di Boemondo era una piramide ottagonale.


Tra i monumenti più ammirati del centro storico di Canosa di Puglia, vi è il Mausoleo di Boemondo, costruito nel XII secolo in onore di quel principe normanno che tanto contribuì alla costruzione della Cattedrale di San Sabino, consacrata da Papa Pasquale II nel 1101. E infatti proprio a ridosso di questa, si sviluppa il suo Mausoleo. 

Cupola emisferica del Mausoleo di Boemondo, XII sec, Canosa.
La sua calotta emisferica di marmo Paros, molto suggestiva e caratteristica, però non ha da sempre mantenuto la forma che attualmente presenta. Da una schedatura redatta da Canosa Web, (vedi qui  l'articolo) infatti risulterebbe che "dal tamburo si diparte una cupola semisferica, frutto di un rifacimento del 1904, dopo che durante un restauro, la cupola originale di forma piramidale a base ottagonale, fu fatta crollare dall'allora responsabile dei lavori Ing. Volpicella".

Rimasto un po' deluso da quanto raccontato, un po' perché si è consegnato alla figura dell'Ingegner Volpicella una colpa che non ha, un po' perché la nota non rende giustizia all'aneddoto, tenterò di riportare alla luce e spiegare nel modo più chiaro e completo possibile, attraverso una lucida analisi dei documenti custoditi all’ACS, tutta la diatriba nata nel 1901 a fronte dei nuovi restauri da effettuarsi al mausoleo, per cui appunto, era da decidersi la forma da addurre alla cupola che culminava la struttura architettonica. 

Progetto della modifica della Cupola del
Mausoleo di Boemondo, 1901, ACS, Roma. 
Tutto parte da una lettera inviata alla Direzione Generale di Antichità e Belle Arti, dall’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti delle province meridionali, datata al lontanissimo 11 maggio 1901, per cui, secondo questi, la suddetta in origine aveva forma di cupola ed era adorna in alto, con una pigna di marmo, come attestato dalla tavola dello Schulz, che la descrisse emisferica nel 1840, quando la illustrò nella tavola IX, dell’atlante “Denkmaler der kunst des mittelalters in Unteritalien”.

Pare che la cupola, nei diversi restauri effettuati dal 1845 sino a quella data, fosse stata quindi trasformata in piramide ottagonale e la pigna marmorea sostituita con una croce latina, falsando così il carattere storico del monumenti; cosa confermata sul piano pratico, quando all’effettuazione dei lavori, procedendo agli scandagli, proprio nel 1901, si scoprì, muovendo l’ammasso della malta, che la forma della cupoletta ritenuta per alcuni da sempre piramidale, era originariamente ellissoidica.

Grande importanza, in mancanza di documenti significativi che attestassero il restauro del 1873, fu data quindi alla testimonianza di alcuni operai canosini, tal Michele Sardella e Giuseppe Caporale, che allora undicenni, assistettero al rivestimento della cupoletta con stucco lucido, ad imitazione del marmo bianco venato, ad opera dello stuccatore tranese Francesco Stringano, sotto la guida dell’Ingegner Tarulli e sotto assenso del comune.

Ciò era stato fatto, perché la cupoletta, esposta alla piogge ed al gelo invernale, si era in più punti avariata. 
E fu proprio in questa occasione che venne soppressa l’antica pigna e sostituita, in cima, con una croce. 
Ovviamente, trattandosi di semplice stucco, dopo un decennio la situazione degenerò ancora, poiché le temute piogge erano riuscite a smantellare la riparazione che si credeva solida.

Fotografia del Mausoleo di Boemondo,
antecedente al 1902.
 
Per cui, successivamente, nel 1889 il Governo si vide costretto ad approvare un nuovo preventivo di restauro, volto a rivestire la cupoletta di lastre di marmo bianco di Carrara; ma ciò non solo creò una sorta di disarmonia cromatica tra il marmo delle pareti del mausoleo di miniera greca, e quello della cupoletta, ma modificò totalmente la forma della struttura, perché da progetto dell’Ingegner Sarlo, questa diveniva appunto piramidale. 
Come se non bastasse, ovviamente, questo provvedimento non portò a conclusioni decisive: l’aggressione climatica intaccò ancora le lastre, che caddero una alla volta al suolo, in frantumi.

Quando la ricostruzione storica, finalmente sembrava concludersi in una risposta esauriente e dimostrabile coi fatti, la svolta che riaccese la lunga diatriba tra gli organi del Ministero, sull’originaria conformazione della cupoletta, arrivò dallo stesso Ufficio, in data 16 gennaio 1902: una nuova ipotesi pose nuovamente tutto in discussione, attraverso una costruzione più filologica possibile, degli eventi che durante gli otto secoli avevano influito sulla cupola.

Paradossalmente, a detta del direttore dell’Ufficio, la disposizione piramidale era la più idonea a relegare il monumento come documento storico: la teoria più valida era quella che la cupola nascesse come piramide ottagonale, ad adagiarsi sul tamburo avente gli stessi lati, in una visione volta a continuare una tradizione bizantina piuttosto che romanica, e quindi rivestita anch’essa di marmo greco, come le pareti.

Ma se così fosse, non si sarebbe potuto spiegare però, perché lo Schulz la descrisse ellissoidica, nel 1840, ben cinque anni prima della lunga campagna di restauri.
Qualcosa non tornava quindi: se la cupola nasceva piramidale, com’era che apparisse ellissoidale allo Schulz?

La risposta fu da riscontrarsi in un’ulteriore ipotesi volta ad immaginare che questo, arrivato a Canosa per studiarne i monumenti, trovò il mausoleo in condizioni non buone, per cui andati in rovina i marmi (come appunto accadde ancora dopo, nel 1889), alla cupola era stato effettuato lo stesso lavoro di stuccatura - poi ripetuto nel 1873 - che probabilmente alterò la forma originaria della stessa.

La conferma di tale ipotesi fu data per di più dalla perizia dello scultore Pasquale Ricca, che nel 1845, a fronte dei restauri al mausoleo, descrisse quella che era la cupola come: “piramide di coronamento dell’edificio”.

Finalmente pareva che ogni dubbio fosse stato degnamente messo a tacere, se non fosse che tra i progetti di quel restauro, c’era l’allora scartato di un certo Architetto Francesco Pinnetti, che riportava tra i materiali facenti parte della cupola, delle piastre di marmo Paros – lo stesso delle pareti – e dei mattoni. 
Mattoni che però non configuravano all’interno della restante intera struttura, e che sempre secondo il Pinnetti si sarebbero dovuti smontare perché fatti di un materiale non resistente al gelo.

Con tale affermazione, il Pinnetti aveva appunto chiarito che quei mattoni non potevano essere assolutamente originari di otto secoli prima, perché non avrebbero mai potuto resistere così a lungo alle intemperie. E ancora per lo stesso motivo, dalla sua relazione si evince che anche la fascia ottagonale di base non è autentica, poiché smontata dalla cattiva presa della malta adoperata. Che non poteva essere quella usata 800 anni prima!

Morale della storia, la cupola originaria non era né piramidale né ellittica. 
Quindi il passo decisivo avrebbe dovuto portare all’individuazione della forma. E questo ci si poteva arrivare semplicemente guardandosi attorno. La forma emisferica di una cupola su tamburo ottagonale è la sola, che si trovi nel periodo storico in cui fu costruito il mausoleo, che riesca a miscelare arte romanica e bizantina: come nella Chiesa di San Pietro ad Otranto o come nella Cattedrale di San Sabino di Bari.

E a tal punto allora, la tavola  tratta dal “Viaggio pittorico attraverso il Regno di Napoli” del Saint Nonn, che mostra la conformazione della cupola a piramide ottagonale, sarebbe da non prendere in considerazione: il monumento si presenta completamente falsato e manca il tetto d’imbasamento al tamburo; per cui o la piramide è inventata o è la riproduzione di un restauro forse settecentesco.

Saint Nonn, Tavola de' Viaggio pittorico attraverso il Regno di Napoli. 

Mentre ancora una volta, in una comparazione di elementi, lo Schulz illustra il mausoleo in una sintesi più accurata e veritiera, relegando appunto alla cupola, la forma emisferica. E tutto questo solo dieci anni più tardi, a dimostrazione di una contemporaneità dei due filologi, che smentisce senza dubbi il Saint Nonn.

Fu questa avvincente teoria che condusse il Ministero a validarla e a permettere che con un aumento – comunque minimo – della spesa, si procedesse all'abbattimento della vecchia cupola piramidale, sotto la direzione dei lavori di Volpicella, ed alla conseguente ricostruzione della cupola emisferica. 
Che è la cupola che vediamo oggi se ci affacciamo dalla balaustra della villa comunale.
Che è la cupola d'altronde che si poteva ammirare 900 anni fa. 
Forse. Chi può dirlo? 

Progetto di rimodellamento della cupola del Mausoleo
Mausoleo di Boemondo, XII secolo, Canosa di Puglia



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