domenica 19 gennaio 2014

Le dieci città europee che vi consiglio di visitare: ISTANBUL e SAN PIETROBURGO. (5/5)

L’ultimo post sulle 10 città europee che consiglio di vistare, - prima di tutto a me stesso, dato che gran parte di quelle raccontate non ho avuto modo di poterle ammirare di persona – riguarda due realtà particolari, perché capitali storiche di due grandi imperi di un tempo: Istanbul, sul Bosforo, le cui coste guardano alla Turchia asiatica e San Pietroburgo, nella fredda Russia, a poche centinaia di chilometri da Finlandia e Repubbliche Baltiche.


ISTANBUL

Panorama di Istanbul 
Capitale millenaria di Imperi che hanno raccontato la storia del mondo, - Impero Romano, Impero Romano d’Oriente, Impero latino d’Oriente e Impero ottomano – Istanbul gode del suo nuovissimo nome da circa novant’anni: infatti sino al 1923, il nome ufficiale della città è stato dapprima  Bisanzio, sino al IV secolo d.C. e ancora a seguire Costantinopoli.

Dal 1985 Istanbul è Patrimonio dell’Umanità, come deciso dall’Unesco, che nel titolo relegatole ha voluto preservare le sue aree archeologiche e le sue strutture architettoniche: essendo una città plurimillenaria, Istanbul conserva infatti testimonianze di denominazioni ed eventi  di entità non indifferente e meritevoli di una qualsivoglia forma di tutela.

In una visione artistico-turistica della città, il panorama architettonico offre diverse realtà interessanti da esaminare; realtà che si restringono ad imbuto dalle moschee tipiche della religiosità musulmana praticata da una forte maggioranza degli abitanti della città ai bagni turchi, che ricoprono un aspetto specifico della società cittadina.

Interno di Hagia Sofia, Istanbul
Per quanto siano senza dubbio importanti e fondamentalmente utili a ricostruire secoli di dominazioni romane, le testimonianze di origine romane – l’Ippodromo, la Colonna di Costantino, l’Acquedotto di Valente, le Mura di Teodosio II -  non evidenziano l’aspetto più completo e caratteristico della città, riscontrabile nelle sue architetture religiose plurisecolari.

Ovviamente l’edificio religioso cittadino più visitato, ammirato e contemplato è la Basilica di Hagia Sofia (Divina Sapienza; Sofia = Sapienza), nei secoli divenuta rispettivamente chiesa ortodossa, chiesa cattolica, moschea islamica e infine museo.
La struttura così come ci appare oggi è un lavoro di rimodellamento che si esplicato nei secoli, per quanto fondamentalmente il modello di base è da riscontrarsi nella terza riedificazione della chiesa, sorta sulle ceneri dei due modelli precedenti, nei primi decenni del VI secolo.

Hagia Sofia, VI sec d.C., Istanbul 

Hagia Sofia, Interno, Istanbul
L’importanza storica dell’edificio è alta non solo perché sede di incoronazione di importantissimi imperatori, ma anche e soprattutto per via della questione iconoclasta legata agli imperatori Leone III l’Isaurico ed Irene: la questione sorta nel terzo decennio del VIII secolo, esaminava la preoccupante idolatria verso le icone e le raffigurazioni sacre di ogni tipo, che il popolo sentiva in modo sempre più concreto. Per evitare che questo sentimento popolare potesse rafforzare la Chiesa a discapito dello Stato, attraverso concili, riforme e lo spodestamento di Germano I, Patriarca di Costantinopoli contrario alla politica iconoclasta, a favore del favorito e servile Anastasio, l’imperatore sancì nell’Impero l’iconoclastia, permettendo così la rimozione di ogni orpello figurativo dagli edifici religiosi; anche Hagia Sofia fu colpita dall’editto, vedendosi spogliare di ogni apparato figurativo dipinto al suo interno.

Hagia Sofia, Pianta, Istanbul
A pianta rettangolare, con tre navate ed un unico abside semicircolare – poligonale all’esterno – Hagia Sofia è uno dei monumenti architettonici più complessi mai costruiti in passato: oltre che per il gioco di spazi, proporzioni e rivestimenti marmorei policromi, aura di sacralità le è conferito inoltre dall’immensa cupola sostenuta da quattro pennacchi, una soluzione che sposa a menadito il tecnicismo ingegneristico volto a relegare alla cupola stabilità e leggerezza e l’estro artistico dell’armonica fusione tra la base quadrata dei piloni e l’emisfericità della cupola.

Madonna con il Bambino, VII sec., mosaico, Hagia Sofia, Istanbul.  

Dal punto di vista museale, è ovvio che la struttura sia essa per prima, l’attrattiva principale, con i suoi sfarzosi mosaici parietali riportati alla luce per volere del presidente turco Ataturk che a partire dal 1935 permise di liberare gli interni dell’intonaco che copriva gli ornamenti parietali.
Ad ogni modo, la collezione museale consta di diverse tipologie, dalle icone, suppellettili e paramenti religiosi, ai diversi mosaici.

Icona Madonna con Bambino, Museo di Hagia Sofia, Istanbul 
Piastrella Kaaba, Museo di Hagia Sofia, Istanbul 

Hagia Irene, IV sec, Istanbul
Altro importante assetto museale è dato da Hagia Irene (Pace Divina), la prima chiesa costruita a Istanbul per volere dell’Imperatore Costantino, nel IV secolo, per quanto la sua attuale struttura ha subito rimodellamenti nei secoli presentando oggi quello basilare voluto dal restauro di Giustiniano nell’VI secolo.





Hagia Irene, Interno, Istanbul
La pianta di Hagia Irene è a pianta basilicale a tre navate - navata centrale e due navate laterali – e, caso unico delle chiese della città, conserva perfettamente l’atrio, mentre sulla volta dell’abside, una grande croce che risale al periodo iconoclastico, cela la raffigurazione della Madonna Theotokos. Oltre ad essere valido esempio di struttura museale, la chiesa si presta per via della sua ottima acustica ad ospitare concerti per lo più di musica classica.


Moschea Sokollu Mehmet Pasa, XVI sec, Istanbul 
Ovviamente per una visione turistica, culturale ed artistica della città, sarebbe auspicabile visitare le diverse moschee, chiese e sinagoghe che sorgono qua e là per le vie: Istanbul infatti è uno dei centri in cui coesistono Islamismo, Cristianesimo ed Ebraismo, che ben tutela le tre diverse religioni.
Tra le più importanti moschee configurano la Moschea di Fatih, del XV secolo, la Moschea Yeni, veneratissima dai fedeli musulmani e la Moschea Sokollu Mehmet Pasa, struttura architettonica in stile arabo del XVI secolo.

Per quanto ne concerne i musei, Istanbul presenta un assetto alquanto vario e composto di numerosi poli.
Oltre ai due già nominati di Hagia Sofia e Hagia Irene, tra i più importanti configurano sicuramente il Museo dell’Arte Turca e Islamica, il complesso dei Musei Archeologici e la Casa museo di Ataturk, che conserva cimeli e testimonianze legate direttamente al Primo Presidente della Turchia repubblicana.

Panorama Istanbul

Maniglia di porta, XIII sec. d.C,
legno e metallo, Museo dell'Arte
Turca e Islamica, Istanbul. 
Il Museo dell’Arte Turca e Islamica ha sede nel cinquecentesco palazzo residenziale in cui visse il Primo Gran Visir di Solimano il Magnifico e raccoglie testimonianze, reperti ed opere d’arte legate alla Turchia ed all’Asia Minore.
La sua variegata collezione, si suddivide in settori diversificati per tipologia di materiale e stile; secondo cui configurano i manoscritti; i tappeti e le stoffe; i suppellettili in metallo; vetro e ceramica; i manufatti in legno; opere di natura etnografica; le monete ed i sigilli; le opere in pietra.






Mobile per il Corano, prima metà del XVI sec.
legno, avorio e madreperla, Museo dell'Arte
Turca e Islamica, Istanbul. 
Pannello maiolicato con la Kaba della Mecca,
1676, Museo di Arte Islamica, Istanbul.
 

Marsia ritrovato a Tarso, III sec. a.C
marmo, Museo Archeologico, Istanbul
I Musei Archeologici, che sorgono nel Palazzo imperiale di Topkapi, sono costituiti dai tre: Museo di Archeologia, Museo dell’Oriente Antico e Museo dell’Arte islamica, che all’atto pratico si tramuta in una corposa collezione di oltre un milione di pezzi che racconta la plurimillenaria storia della Turchia.

Archeologicamente ed artisticamente importante perché ospitante opere d’arte e reperti storici di eccezionale valore e rinomati in tutti il mondo come i sarcofagi di Tabnit, di Alessandro e delle Piangenti,  il Museo di Archeologia, racconta principalmente Istanbul, Troia e l’Anatolia nei secoli, ma nel piano superiore si apre anche alle regioni vicine della Siria,, Cipro e Palestina.
Tra i pezzi di maggior rilevanza, oltre ai già citati sarcofagi di fama mondiale, configurano anche sculture interessanti come la Testa di Saffo di Lesbo, il Marsia ritrovato a Tarso e il complesso scultoreo raffigurante la famiglia di Faustina.

Gruppo scultoreo di Faustina dalle Terme di Mileto, II sec. d.C, marmo, Museo Archeologico, Istanbul. 

Statuette votive di Timna, IV sec. a.C. terracotta,
Museo dell'Oriente Antico, Istanbul.  
Il Museo dell’Oriente Antico raccoglie testimonianze legate alle civiltà preislamiche d’Egitto, Mesopotamia, Asia Minore ed ovviamente quella che un tempo era l’Anatolia.
La collezione inerente al museo è suddivisa in sezioni riconducibili a opere d’arte preislamica, manufatti egiziani, manufatti mesopotamici, manufatti dell’Anatolia, opere dell’antico regno di Urartu e Documenti cuneiformi.
Tra i pezzi più caratteristici si segnalano la meridiana ritrovata a Madain Saleh in Arabia Saudita e le Statuette votive del IV secolo a.C. ritrovate nel cimitero sacro di Timna, nello Yemen; mentre decisamente suggestivi sono i sarcofagi egizi con tanto di vasi canopi nei quali venivano riposti gli organi dei corpi poi mummificati. 

Panorama di Istanbul con le due moschee. 

SAN PIETROBURGO

Scorcio di San Pietroburgo sul fiume Neva. 
Indeciso tra Mosca, capitale della Russia dopo la Rivoluzione Sovietica del 1918 e San Pietroburgo, capitale storica dell’Impero Russo moderno, illuminista e policulturale, ho optato per la seconda, artisticamente arricchita dal Museo dell’Ermitage.

Fondata dallo zar Pietro il Grande agli albori del XVIII secolo ed intitolata a San Pietro, la città già dagli inizi si prestava a suggellare il suo importante ruolo di capitale marittima ed artistica: il suo porto infatti fu progettato per poter competere con la flotta mercantile inglese, mentre la sua urbanizzazione fu commissionata ad architetti ed artisti italiani, allora, tra i migliori sulla piazza europea.

Storicamente importante in quanto capitale dell’Impero Russo sino al 1918, San Pietroburgo nell’ultimo secolo ha vissuto vicende storiche intense come la Rivoluzione del 1905, la Rivoluzione Sovietica e l’assedio tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. Ciò non toglie, anzi, amplifica l’importanza artistica della città, che si presenta come un vero e proprio museo a cielo aperto nei suoi palazzi, nelle sue chiese e nelle sue strade: il suo centro storico infatti dal 1990 è Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Molto suggestivi nelle loro cupole a cipolla ed esterni policromi e variopinti, sono gli edifici religiosi.
Seppur infatti la Cattedrale di Sant’Isacco nella sua impostazione neoclassica appare regale ed armoniosa con la sua cupola imponente dorata e le sue 112 colonne di granito rosso, la Cattedrale di San Nicola del Mare e la Chiesa del Salvatore sul Sangue versato, sono un tripudio di colori e lucentezza.

La Cattedrale di San Nicola del Mare, eretta in barocco elisabettiano – termine coniato per omaggiare la zarina Elisabetta di Russia - è una struttura della seconda metà del XVIII secolo, sorta nel borgo popolato da marinai e quindi dedicata al loro patrono.
A croce greca con cupolone centrale e quattro torrette agli angoli sormontate da cupoline a cipolla, il suo esterno è un gioco armonioso di linee e colori che ricordano per l’appunto un paesaggio marittimo, con il contrasto smorzato tra l’azzurro delle pareti e il bianco delle colonne corinzie che riecheggiano l’incresparsi delle onde e l’oro delle cupole come il sole.

Cattedrale di Sant'Isacco, 1818 - 1858,
San Pietroburgo. 
Cattedrale di San Nicola del Mare, 1753 - 1762, San Pietroburgo.


Chiesa del Salvatore del Sangue Versato, 1883, San Pietroburgo














La Chiesa del  Salvatore del Sangue Versato prende metaforicamente il nome dal luogo dove lo zar Alessandro II cadde vittima di un agguato nel 1881; fu per questo che tal edificio fu voluto dal successore di questi, Alessandro III, nel 1883: riecheggiando lo stile architettonico medievale russo – per alcuni aspetti la chiesa ricorda la Basilica moscovita di San Basilio – è per buona parte ricoperta di tasselli musivi di ceramica, smalti e vetro che la rendono un bijou luccicante e colorato.

Anche i monumenti civili sono architetture interessanti da visitare, sia perché storicamente parti integranti di un programma culturale come nel caso dell’Istituto Smol’nyj per nobili fanciulle, che per l’appunto aprì le porte dell’istruzione alle donne per volere dell’Imperatrice Caterina la Grande, sia perché artisticamente tali, come nel caso del Palazzo d’Inverno in Piazza del Palazzo, che ospita anche la Colonna di Alessandro, a ricordo della vittoria strappata da questo a Napoleone.

Palazzo d'Inverno - Museo dell'Ermitage, 1754 - 1762, San Pietroburgo

Palazzo d'Inverno, interno. 
Il Palazzo d’Inverno è un edificio della seconda metà del XVIII secolo, fatto costruire dallo zar Pietro il Grande su commissione a Bartolomeo Rastrelli, in qualità di dimora invernale della famiglia reale.
Parallelepipedo in barocco elisabettiano e rococò di dimensioni colossali, misurando più di 500 metri di lunghezza per 100 di larghezza ed avendo all’attivo 1500 stanze, il palazzo ben raccontava alle altre nazioni l’opulenza, lo sfarzo e la potenza della Russia.

Palazzo d'Inverno, Facciata, San Pietroburgo. 

S. Martini, Madonna dell'Annunciazione,
1340 - 1344, tempera su tavola,
Museo Ermitage, San Pietroburgo.
 
Assieme al Piccolo Ermitage, il Grande Ermitage, il Nuovo Ermitage ed il Teatro dell’Ermitage, il Palazzo d’Inverno costituisce il complesso museale dell’Ermitage, uno dei musei più rinomati, importanti e di spessore dell’intero pianeta, nonché punta di diamante di San Pietroburgo, che oltre a questo annovera altri musei di entità piuttosto lieve se paragonati ad esso, come il Museo Russo di Sua Maestà Imperiale Alessandro III dedito esclusivamente all’arte russa ed il Museo Stieglitz di arti applicate.

Composto da una collezione che annovera la creme de la creme dell’arte medievale, moderna e contemporanea, l’Ermitage è tra i musei più visitati al mondo e non a torto: tra le sue opere sono esposte tele, tavole e sculture di artisti capiscuola del calibro di Raffaello, Leonardo, Michelangelo, Tiziano e Caravaggio, e ancora Cezanne, David, Degas, Matisse, Monet, Renoir, Van Gogh e Picasso.



P. Rubens, Unione di Terra e Acqua, 1618,
olio su tela, Museo Ermitage, San Pietroburgo. 
F. Hals, Ritratto di uomo con guanto, 1650,
olio su tela, Museo Ermitage, San Pietroburgo.

Giorgione, Giuditta con la testa di Oloferne, 1504,
 olio su tela, Museo Ermitage, San Pietroburgo
Data la vastità della collezione, che richiede addirittura lo sbobinamento di quattro edifici collegati tra loro, questa si divide in settori argomentativi riguardanti l’arte preistorica, l’arte antica, arte europea, l’arsenale, l’arte orientale, l’arte e la cultura russa, la numismatica, il tesoro della galleria, il Palazzo d’Inverno, il Palazzo Menshikov, l’architettura generale, il museo della fabbrica imperiale della porcellana.

Sicuramente la sezione più importante è quella riguardante l’arte europea che contiene dipinti, sculture, disegni, incisioni, schizzi e miniature di eccezionale valore artistico. Infatti analizzando per sommi capi la collezione, la sezione arte europea custodisce dipinti come la Madonna dell’Annunciazione di Simone Martini; la Madonna Litta, la Madonna col fiore di Leonardo da Vinci; la Giuditta con la testa di Oloferne di Giorgione; il San Sebastiano e la Danae di Tiziano Vecellio; il Ragazzo accovacciato di Michelangelo Buonarroti, la Sacra Famiglia e la Madonna Conestabile di Raffaello; Il suonatore di liuto del Caravaggio; gli Apostoli Pietro e Paolo di El Greco; l’Unione di Terra e Acqua di Rubens; il Ritratto di un uomo di Frans Hals; la Flora di Rembrandt; la Composizione VI di Kandinskj, L’Età del Bronzo di Auguste Rodin, la Chitarra e il violino di Picasso, il Fumatore di pipa di Cezanne.

Tiziano, San Sebastiano, 1570, olio su tela,
Museo Ermitage, San Pietroburgo. 
Caravaggio, Il suonatore di liuto, 1595, olio su tela,
Museo Ermitage, San Pietroburgo.
 




H. Matisse, La conversazione, 1909, olio su tela,
Museo Ermitage, San Pietroburgo.
Particolare menzione va data ai dipinti di Henri Matisse, nel cui Ermitage se ne conservano ben 36. Oltre alla Danza e la Musica, che sono probabilmente il capolavoro dell’artista francese, di enorme importanza sono tutti i restanti; basti pensare che stiamo parlando di dipinti del calibro del Coffeehouse arabo, della Conversazione, della Natura morta con ciotola e frutta, della Natura morta con frutta e caffettiera, del Marocchino in verde, della Famiglia del pittore, del Ritratto di Lydia Delectorskaya, del Ritratto della moglie dell’artista, dell’Armonia in rosso, del Paesaggio di Colliure.


H. Matisse, Ritratto di Lydia Delectorskaya, 1947,
olio su tela, Museo Ermitage, San Pietroburgo. 
H. Matisse, Ritratto della moglie dell'artista, 1912,
olio su tela, Museo Ermitage, San Pietroburgo. 

San Pietroburgo vista dal ponte che attraversa la Neva. 

A seguire si riportano i restanti link de Le dieci città europee che consiglio di visitare:

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