martedì 17 dicembre 2013

30 città artistiche da visitare: TRENTO, TRIESTE, MANTOVA, CREMONA e PADOVA. (2/6)

Nella svirgolettata precedente, ho illustrato sinteticamente le prime cinque annoverabili tra le 30 città che consiglio a tutti di visitare in un futuro prossimo.
Dopo Bergamo, Milano, Verona, Venezia e Torino, il cui link è riportato alla fine del post, in quest’occasione farò una panoramica di Trento, Trieste, Mantova, Cremona e Padova.


Per cui, continuando l’elenco lasciato in sospeso, la sesta città scelta è Trento.

Castello del Buon Consiglio, XIII sec., Trento.
La città storicamente è molto importante sia per il Concilio che attraversò un arco di tempo di quasi vent’anni del XVI secolo, sia per via della dominazione asburgica subìta sino alla fine della I Guerra Mondiale. Sicuramente l’architettura più legata a questo secondo aspetto è il Castello del Buon Consiglio, struttura di origine romanica, visibilmente modificata nei secoli, poiché in questo, furono processati ed impiccati nel pieno svolgimento della guerra, gli irredentisti Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa.

Anonimo boema, Il Ciclo dei Mesi, XV sec.,
affresco, Castello del Buon Consiglio, Trento.
Il Castello del Buonconsiglio ovviamente oltre al ricordo dell’evento drammatico che ha scritto una pagina importante della storia italiana, è custode anche di preziosi affreschi, come Il Ciclo dei Mesi dipinto da mano boema agli inizi del XV secolo: l’intero ciclo, i cui pannelli sono incastonati da colonne tortili, consiste in 11 rappresentazioni dei diversi mesi (manca marzo perché andato distrutto in un incendio), nei quali viene descritta con dovizia di particolari la vita della corte trentina.

Sempre nel Castello vanno ricordati gli affreschi del Magno Palazzo, testimonianze importanti lasciate dai fratelli Battista e Dosso Dossi e da Gerolamo Romanino, nonché le collezioni di arte antica, medievale e moderna ospitate nelle diverse sale dell’edificio, che oltre alla funzionalità di castello, funge anche da Museo Provinciale.

Cattedrale di San Virgilio, XIII sec., Trento.
Tantissime chiese e palazzi sarebbero da visitare a Trento, dato che questa è una città che si è sviluppata costantemente nei secoli, ma non potendo stare ad elencare ulteriormente, consiglio tra tutti gli edifici ecclesiastici la Cattedrale di San Virgilio del XIII secolo, che ospita ad oggi le reliquie di alcuni dei suoi vescovi e la Chiesa di Santa Maria Maggiore del XIV secolo, che ospitò la fase ultima del Concilio e che custodisce tele meravigliose del Moroni e del Cignaroli.

Un palazzo tra tutti che vi segnalo infine è il Palazzo delle Albere, struttura rinascimentale che ospita la sede di Trento del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART); una delle realtà museali nell’ambito dell’arte contemporanea più valide e meglio gestite di tutto lo stato.  

Piazza del Centro Storico della città di Trento. 

Rimanendo in tema di dominio asburgico, la settima città consigliata è Trieste.

F. Setz, Palazzo delle Poste, 1890 - 1894, Trieste. 
Italiana a tutti gli effetti dal 1954, dopo aver vissuto per sette anni sotto la protezione delle Nazioni Unite che le relegò il titolo di Territorio libero di Trieste dividendola in due zone (A e B) per cui la prima fu governata dagli americani e la seconda dagli jugoslavi, Trieste artisticamente parlando presenta importanti testimonianze archeologiche e (per quanto numerati) edifici di età medievale e moderna.

Castello di San Giusto, XV secolo, Trieste. 
Infatti si può affermare che Trieste, sia una città che per lo più ha goduto degli influssi artistici contemporanei dall’arte alla letteratura (Italo Svevo, Umberto Saba e James Joyce tanto per citare alcuni padri della letteratura contemporanea), come deducibile delle architetture maestose della fine del XIX secolo, tra cui degno di citazione sono il Palazzo delle Poste in cui ha sede il Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa che custodisce anche una parte della Nave Elettra, il laboratorio in cui Marconi testò i suoi esperimenti di radiofonia ed il Palazzo del Governo in Piazza Unità d’Italia, che però non può essere visitato se non in occasioni particolari.

Basilica di San Giusto, XIV secolo, Trieste.
Per un’idea di Trieste medievale e moderna consiglio di visitare i due emblemi storici della città: il primo è il Castello di San Giusto, adibito dagli inizi del XXI secolo a Museo Civico della città.
Il Castello è una struttura del XV secolo la cui costruzione fu imposta ai triestini quale pegno per essersi ribellati all’autorità imperiale, ricostruita nel XVII secolo e completata definitivamente nel 1930.

Il secondo è la Basilica Cattedrale anch’essa dedicata a San Giusto, frutto nel XIV secolo del ricongiungimento di due preesistenti edifici religiosi. Mentre all’esterno presenta un maestoso rosone in pietra carsica, all’interno la basilica cattedrale magnifici mosaici bizantini nelle due absidi laterali: il sacello di Santa Maria contiene una raffigurazione del XII secolo della Theotokos con Bambino sul trono; il sacello di San Giusto presenta invece una raffigurazione del Pantocrator in trono, affiancato dai Santi Giusto e Servolo, di fattura bizantina databile al XII secolo.

Panoramica di Trieste.

Ottava città presa da me in considerazione è Mantova.

Palazzo Ducale, 1308, Mantova.
Una delle città più emblematiche del Rinascimento e Manierismo italiano per via dei signori che la governarono, i Gonzaga, e degli artisti che la abbellirono con le loro opere, tra cui Mantegna e Giulio Romano, Mantova è una delle realtà più ammirate dell’intero globo, essendo stata annoverata a partire dal 2008 tra le città Patrimonio dell’Umanità, dall’Unesco.

Anche su Mantova, così come su tante altre città, mi auguro di svirgolettare molto presto; intanto mi districherò in una difficile panoramica riassuntiva delle meraviglie site nella città.
Sul piano civile vanno assolutamente e meritocraticamente citati il Palazzo Ducale e Palazzo Te.

Chiesa di Sant'Andrea, 1472 - 1732, Mantova.
Il Palazzo Ducale, è impropriamente denominato in tal modo, essendo costituito da più edifici collegati tra loro da porte e gallerie: ricordando i più importanti che fungono anche da museo, Palazzo del Capitano e Magna Domus, affrescata quest’ultima da Pisanello, costituiscono il primo nucleo denominato Corte Vecchia; ancora a questi si affiancano il Palazzo degli Arazzi, tappezzato da arazzi fiamminghi su disegni di Raffaello, la Domus Nova che custodisce dipinti notevoli tra cui La Trinità adorata dalla Famiglia Gonzaga di Rubens, la riproduzione della Scala Santa di San Giovanni in Laterano a Roma denominato l’Appartamento dei Nani, la Basilica Palatina di Santa Barbara ed il Castello di San Giorgio al cui interno prende vita la Camera Picta o degli Sposi di Andrea Mantegna.

A. Mantegna, Camera degli Sposi, 1465 - 1474, affresco,
Castello di San Giorgio, Mantova. 
Palazzo Te è la creazione architettonica più importante di Giulio Romano, che la mise in atto dopo esser dipartito da Roma in seguito alla diaspora degli artisti, a partire dal 1525 per volere di Federico II Gonzaga, che necessitava di un appartamento per far dimorare la sua amante Isabella Moschetti.
Sul piano storico artistico, la struttura è importante sia per la rivisitazione rinascimentale dell’esterno, sia per il ciclo di affreschi che ospitano le pareti interne: di una meraviglia sconcertante per giochi prospettici, esagerazione delle muscolature e grandiosità degli effetti e delle cromie sono la Sala di Amore e Psiche, la Sala dei Cavalli e quella dei Giganti, location tra l’altro anche del videoclip di Jovanotti “L’ombelico del mondo”.

G. Romano, Cupola de' La Sala dei Giganti,
1532 - 1535, affresco, Palazzo Te, Mantova. 
Sul piano religioso, non dilungandomi oltre, ricordo di visitare le due chiese più importanti perché progettate o rivisitate da due illustri della storia dell’arte di tutti i tempi: Leon Battista Alberti ed il già citato Giulio Romano.
Il primo è stato fautore della costruzione della Basilica di Sant’Andrea, che dal 1472 fu ultimata solo nel 1800 da Filippo Juvarra che ne costruì la cupola; il secondo ha rivisitato nel 1545 la struttura della Cattedrale di San Pietro, duomo della città, la cui facciata attuale però risale al XVIII secolo.

Giulio Romano, Palazzo Te, 1524 - 1534, Mantova.  

Nona città dell’elenco d’oro è Cremona.

Esposizione al Museo del violino, Cremona.
La città che ha dato i natali al torrone, al violino ed all’architettura gesuitica (infatti le mensole tipiche delle facciate delle chiese nacquero in seguito al richiamo del riccio del violino), l’annovero nella mia lista personale per via del mio amore particolare verso i violini, come già ho avuto modo di raccontare sulla svirgolettata dedicata ai Fiorini padre e figlio, liutai di due secoli fa.

Proprio per questo fascino che infonde il violino, consiglio di visitare il Museo del violino, che si disloca in 10 sale, ognuna delle quali offerente un tema formativo o un’esposizione di strumenti musicali: le sale centrali (5 e 6) sono quelle che presentano la collezione di violini storici appartenuti agli Amati, ai Guarneri e ad Antonio Stradivari, e le testimonianze del lavoro del grande maestro cremonese, attraverso disegni, reperti, forme e attrezzi donati dal liutaio Giuseppe Fiorini alla città.

Pordenone, Crocifissione, 1520 - 1521, affresco,
Duomo di Santa Maria Assunta, Cremona. 
Sul piano artistico ovviamente menziono il Duomo, il Battistero ed il Torrazzo, che costituiscono un complesso edificato nella stessa piazza.
Di questi ovviamente l’architettura più importante è la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta. Questo esternamente è una maestosa costruzione di epoca romanica, riadattata nei secoli con elementi gotici, rinascimentali e barocchi, sulla cui facciata campeggia un gigantesco rosone, sotto il quale prende forma una loggetta a tre arcate sorretta da un protiro alle cui basi delle colonne due leoni; mentre al suo interno si dislocano affreschi di diverse epoche, tra cui quelli degni di lode della Crocifissione e del Compianto del Pordenone e la Resurrezione di Cristo di Bernardino Gatti.

Panoramica di Cremona. 

Decima città è Padova.

Giotto, Giudizio Universale, 1306, affresco,
Cappella degli Scrovegni, Padova. 
Una delle più esemplari testimonianze dell’arte medievale italiana, Padova è celeberrima senza orma di dubbio per la Cappella degli Scrovegni dipinta da Giotto tra il 1303 ed il 1305.
Infatti interamente affrescata ai suo interno, la Cappella voluta da Enrico Scrovegni per espiare i peccati di usura di suo padre, presenta sulla controfacciata l’imponente Giudizio Universale, il cielo stellato sulla volte a botte dell’unica navata, e sulle pareti laterali e della facciata scene divise su tre registri, narranti Storie della Vita di Gioacchino, Storie della Vita di Maria e Storie della Vita di Cristo.

Duomo di S. Maria Assunta, XVI secolo, Padova.
Sempre in ambito artistico museale, consiglio vivamente una visita al Museo di Arte Medievale e Moderna agli Eremitani se si vuole raggiungere lo stato dell’estasi con poco: infatti nell’ex convento adibito a galleria, sono esposte più di 3000 opere che vanno dal Trecento all’Ottocento, molte delle quali di geni della storia dell’arte come Giotto, Giorgione, Tiziano, Romanino, Tintoretto, Veronese, Tiepolo.

Sul piano architettonico, oltre al Duomo dedicato a Santa Maria Assunta, costruzione del XVI secolo su ex fabbrica paleocristiana, non si possono non visitare il Palazzo della Ragione che Giotto affrescò, ma le cui pitture murali sono andate perse in un incendio del 1420 ed il Castelvecchio, costruzione altomedievale che nel XIX secolo funse da prigione.

Giotto, Ciclo con Storie di San Francesco, 1300 - 1305, affresco, Cappella degli Scrovegni, Padova. 

Trento, Trieste, Mantova, Cremona e Padova, racchiudono quindi la seconda tranche delle 30 città che consiglio di visitare. 
A seguire si riportano, per una visione di insieme, le restanti parti del post con le altre città:

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