Humans of Amsterdam, Love is love. |
Ciò di cui parlo, è il
fenomeno “Humans of..”, che ha la stessa identica radice per ogni città,
provincia o nazione affrontata, ma diversa desinenza in base al luogo di
riferimento: è così che è possibile quindi riscontrare “Humans of London”, “Humans of Teheran”, “Humans of Amsterdam”, "Humans of Rome", sino a “Humans of India”, “Humans of Spain”,
“Humans of Morocco”.
Humans of India, bambina lavora i mattoni di argilla. |
Humans of Roma, Abbigliamento eccentrico. |
Il progetto prevede
quindi lo scatto giornaliero di diversi esseri umani differenti per carattere,
personalità, sesso, età, razza e religione, accompagnato da una breve intervista
che non di rado induce chi visualizza la fotografia, a ragionare su quanto
detto o a cogliere la bellezza di ciò che è stato affermato.
Humans of.. però ha un
suo inizio, riscontrabile nel progetto di Brandon Stanton, un ragazzo americano che – come desumibile
dal prologo presente sul sito internet da lui creato – nel 2010, dette libero
sfogo all’impresa con l’intento di delineare un censimento fotografico di New
York, analizzando un campione dei suoi abitanti.
Humans of Amsterdam, Need € for drugs |
Presi insieme, questi
ritratti e le didascalie sono diventati oggetto di un blog vivace, che negli
ultimi due anni ha ottenuto una grande visibilità e molto successo, avendo all’attivo
quasi un milione di seguaci collettivi su Facebook e Tumblr.
Io stesso sono un
seguace di Humans of New York, ancor prima che di tutti i suoi derivati copiati –
che ciò nonostante, sono comunque di grand’effetto: è un modo, quello creato da
Brandon ed in seguito dai suoi ammiratori, di poter far conoscere le più svariate
realtà e permettere di imparare insegnamenti di vita da un perfetto sconosciuto,
per quanto essi siano destinati a essere ricordati solo per qualche secondo,
oppure per l’intera vita.
Humans of New York, Memorial 11 Settembre |
E personalmente mi
sono entrate nel cuore due figure tra tutte. La prima è la donna vestita con
abiti coloratissimi e sgargianti, che chiunque penserebbe essere un’artista di
strada. Ma giustappunto alla domanda “Sei un artista?”, risponde: “Sono un
avvocato divorzista”; un monito a non dare mai
nulla per scontato secondo la regola per cui l’abito non fa il monaco.
E la seconda, è la
storia di un’amabile vecchietta, che non merita altre parole, oltre alla storia
che Brandon racconta e che riporto in seguito:
“Stavo andando via
dopo una cena nel West Side quando ho notato questa donna che accovacciata
dietro la cassa, stringeva una sorta di renna giocattolo elettronica.
"Perché ti
nascondi?" le ho chiesto.
"Vengo qui da 27
anni", mi ha risposto. "Al proprietario non piacciono affatto i miei
animali musicali. Così, mi diverto a tormentarlo!"
Humans of New York, avvocato divorzista |
Humans of New York, la vecchietta disturbatrice |
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