lunedì 17 marzo 2014

Goltzius and the Pelican Company: il grande incisore all'opera

H. Goltzius, Autoritratto, 1594, disegno,
Grapische Sammlung Albertina, Vienna. 
Molto spesso, quando si cerca di raccontare la filosofia di pensiero di un artista in una pellicola, si tende a raccontare una sorta di cronistoria biografica del personaggio raffigurato, mischiando il più possibile vita privata e vita professionale: film come Frida, (il lungometraggio basato sulla vita di Frida Kahlo, impersonata da Salma Hayek) e I colori dell’anima (biografia di Amedeo Modigliani, interpretato da Andy Garcia) lo dimostrano a pieno.

Ovviamente quanto detto non è un’assoluta verità, come dimostra il film Goltzius and the Pelican Company, che infatti, incentra la sua trama in un periodo ben specifico vissuto dall’incisore tedesco Hendrick Goltzius, quale il periodo maturo di attività incentrato sul desiderio di riuscire a pubblicare due suoi libri illustrati: uno riguardante alcune storie dell’Antico Testamento e l’altro riguardante storie tratte dalle Metamorfosi di Ovidio.

Locandina di Goltzius and The Pelican Company

H. Goltzius, Adamo ed Eva, 1608, olio su tela,
Hermitage Museum, San Pietroburgo. 
Per poter ammirare il film e comprenderne a pieno tematiche e rimandi storico – artistici e sociali, è doveroso e consigliato inquadrare l’artista, perché questo non racconta mai di sé e della sua vita durante lo svolgimento del film. È necessario aver un’infarinatura generale, soprattutto perché Hendrick Grotzius vive in un periodo storico dettato dall’affacciarsi tumultuoso dei provvedimenti di censura e moralismo della Controriforma (attuata nella seconda metà del XVI secolo), ma ciò nonostante tocca con le sue incisioni temi scottanti densi di erotismo, adulterio, mitologia, incesti.

Per un breve inquadramento biografico, Hendrick Goltzius infatti nasce a Muhlbracht (oggi Julich, vicino Venlo, nella Renania Settentrionale – Vestfalia. Germania) nel 1558 e dopo un’infanzia difficile (ancora in fasce rischiò infatti di morire in un incendio, riportando gravi ustioni alla mano destra che lo segnarono per l’intera vita), sin da adolescente intraprese la carriera di pittore ed incisore a Duisburg, per poi trasferirsi nel 1577 ad Haarlem, in Olanda, nella quale visse sino alla sua morte, avvenuta nel 1617.

H. Goltzius, La caduta dell'uomo, 1616, olio su tela, National Gallery of Art, Washington. 

Qui si colloca la vicenda narrata nella pellicola, che vede un talentuoso ma squattrinato Goltzius, presentarsi alla corte del Mangravio d’Alsazia, a cui richiede gli aiuti economici necessari per finanziare i libri delle sue incisioni: in cambio, assieme alla Compagnia teatrante dei Pellicani, avrebbe rappresentato davanti alla corte le scene protagoniste del volume sull’Antico Testamento; scene simboliche perché riconducibili a peccati condannati dalla Chiesa.

La Pelican Company che accompagna Goltzius alla corte del Mangravio di Alsazia. 

Nello specifico, le scene interpretate nel film sono quelle riguardanti Adamo ed Eva ed il peccato originale, connotato da un senso angosciante di voyeurismo; Lot e le sue figlie nella scena dell’incesto, Davide e Betsabea nel pieno dell’adulterio di lei; Giuseppe e la moglie di Putifarre, richiamante la pedofilia per la giovane età di lei; la prostituzione di Dalila con Sansone ed infine l’atto sessuale dissacratorio tra Salomè ed il corpo di Giovanni Battista.

Ramsey Nasr interpreta Hendrick Goltzius  

Inutile dire che la maestria di Peter Greenaway – non nuovo a questo tipo di esperimenti cino-artistici, avendo girato nel 2007 Nightwatching, improntato sulla creazione del dipinto di Rembrandt “The Night Watch” – è riscontrabile nell’intera pellicola: è decisamente eccentrica e destabilizzante l’idea che a raccontare le scene, le focalizzazioni, i pensieri e la filosofia dell’autore sia Goltzius in prima persona, nell’atto di vergare il suo libro; ancora è eccitante e morboso il rapporto imprescindibile tra trama e scenografia, essendo il film totalmente concentrato alla corte del mangravio, un luogo freddo, arido, tetro e buio, scarno di ogni orpello, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe da una corte, ma allo stesso tempo in linea con il gelo e la severità degli interni fiamminghi.

La scenografia del film Goltzius and the Pelican Company

Ed anche nell’inscenare i racconti storici, la maestria di Greenaway si denota particolarmente: ogni scena non viene raccontata in modo oggettivo e pedissequo, ma viene personalizzata dall’incisore ed autore della piece teatrale sino a rasentare il grottesco, l’umiliante e l’osceno.
Secondo questi dettami infatti lo stesso attore impersona sia Dio che Satana nella scena della creazione, ed in entrambe le parti si riempie la bocca di termini osceni e profani, Lot viene stuprato dalle insaziabili figlie che una volta consumato l’incesto si inarcano verticalmente per permettere un flusso del seme più repentino e la moglie di Putifarre stimola, sevizia e costringe sino allo spasmo lo schiavo Giuseppe a spogliarsi e a mostrarle forzatamente le sue nudità.

Scena di Giuseppe e la moglie di  Putifarre 

È uno scenario che se da un lato ricorda i normali costumi del tempo celati dietro una sana dose di opulento moralismo, nonché la stessa perversione di Bosch, altro artista fiammingo simil-Grotzius, dall’altro lascia a considerazioni necessarie e ad una sorta di indignazione giustificata della nobiltà che assiste allo sfacelo: Grotzius non solo osa troppo, ma valica il limite; inscena i capostipiti dell’umanità quali Adamo ed Eva, come due cani assetati di sesso, propone sino alla nausea orge, nudi integrali, ansimi, volgarità e atti animaleschi.

Scena erotico carnale di Adamo ed Eva 

H. Goltzius, Giove e Antiope, 1611 - 1612, olio su tela,
Frans Hals Museum, Haarlem. 
Sicuramente un film che colpisce nel profondo quindi, perché racconta la società e la papabile idea di un Goltzius anticonformista, ribelle, sadico e provocatore: un panorama alquanto realistico, per quanto però non sia possibile dire la stessa cosa per la veridicità dell’evento narrato, per cui non ho trovato documentazione inerente né in merito alle incisioni, né in merito al suo soggiorno in Alsazia.
Infatti testimonianze attestano alcune tele raffiguranti storie del Vecchio Testamento e storie tratte dalle Metamorfosi d’Ovidio, che Goltzius dipinto negli ultimi anni della sua vita, ma non incisioni con lo stesso tema.

H. Goltzius, Susanna e i Vecchioni, 1615, olio su tela, Museum of Fine Arts, Boston. 

Dimostrazioni filosofiche dei racconti biblici 
Ad ogni modo tale film affascina e perplime allo stesso tempo, perché non è facile abituarsi al linguaggio filosofico adoperato in alcuni passaggi ed all’incentramento del primo piano dell’artista, in un atteggiamento psicotico ed eclettico, per tutto lo svolgimento del film.
Di sicuro la figura di Goltzius, anonimo ai più, ne esce vincente: un geniale manipolatore, valido artista ed esecutore, grande uomo acculturato di corte. 

Ramsey Nasr in una scena del film Goltzius and the Pelican Company 

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