Ultima tranche delle
30 città artistiche da visitare in Italia è data da cinque realtà del
Meridione, importanti per la storicità del loro territorio e della loro arte.
Dalla Basilicata alla
Sicilia, passando per la Puglia, la svirgolettata racconterà sommariamente le
bellezze di Matera, Bari, Lecce, Messina e Palermo.
Ventiseiesima città
considerata tra le 30 scelte è Matera.
Scorcio di Matera, con il Duomo sulla vetta. |
Divisa in due parti,
Sasso Barisano (altipiano che da alla provincia di Bari) e Sasso Caveoso
(altipiano che da a Monte Scaglioso), Matera è stata insignita nel 1993 del
titolo di Città Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, per via dei suoi storici Sassi,
che sono una delle poliedriche realtà turistiche più importanti del capoluogo:
i Sassi infatti sono i rioni in cui si è sviluppato nel corso dei secoli l’abitato
di Matera, interamente scavati nella roccia, addossati l’uno all’altro.
Aprendosi a due importantissimi
musei, il Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola (dal nome dell’onorevole
parlamentare che fortemente volle la sua apertura), ed il Museo di arte medievale e moderna della
Basilicata in Palazzo Lanfranchi, Matera oltre ai Sassi, presenta un’altra
architettura civile degna di essere visitata: il Castello Tramontano, voluto
dal conte tiranno Giovan Carlo Tramontano.
Chiesa di San Giovanni Battista, XIII sec., interno, Matera. |
Oltre ciò, la bellezza
di Matera è da riscontrarsi nelle sue chiese meravigliose, che raccontano
influssi plurisecolari: prima fra tutti la Cattedrale della Madonna della Bruna
e di Sant’Eustachio, che svetta imponente sulla Civita che divide i due Sassi,
struttura romanica del del XIII secolo: chiusa dal lontano 2008 in seguito a
restauri dovuti per via di alcuni crolli interni, purtroppo non sarà visitabile
sino al 2015 (previo ulteriori ritardi ufficializzati a seguire).
Ancora degna di un’analisi
approfondita sono le due chiese a pochi passi l’una dall’altra nel centro
storico: la Chiesa del Purgatorio, a cui ho dedicato una svirgolettata specifica
e la Chiesa di San Giovanni Battista, meraviglioso esempio di fusione artistica
di diversi stili, essendo greca nella sua pianta a croce centrale, gotica nelle
sue arcate ogivali e araba nella tipologia del portale.
Capitello con motivi antropomorfi e vegetali, XIII secolo, Chiesa di San Giovanni Battista, Matera. |
Il suo punto forte,
che meriterebbe uno studio approfondito se non è già stato fatto, sono i
capitelli delle colonne che dividono le tre navate al suo interno, decorati con
motivi floreali ed animali: capitelli atipici per l’architettura materana,
definiti in una resa plastica e in una visione alquanto realistica per alcuni
versi ed idealizzata per altri, degli elementi che la compongono.
Figure bibliche, XI sec., Santa Maria di Idris, Matera. |
Oltre alle tre citate,
importante polo ormai meramente museale, è dato dal complesso delle oltre 150 Chiese
Rupestri che si snodano negli anfratti dei due sassi, nella Civita e nella zona
della Gravina, il torrente che tocca la città: tra le più importanti vi sono
Santa Lucia alle Malve, Santa Maria di Idris, Santa Barbara e San Pietro
Barisano, che ospitano affreschi del XII – XIII secolo, ancora ben conservati
per alcuni tratti.
Panorama di Matera. |
Ventisettesima città
scelta, Bari.
“Se Parigi avesse lu
mere, sarebbe una piccola Beri”.
Il detto popolare,
molto in voga tra gli orgogliosi abitanti del capoluogo di regione pugliese, ben
riassume l’importanza storico artistica della città, che presenta diverse
realtà medievali degne di lode.
Donne del luogo preparano le orecchiette fresche. |
Infatti, benché la
Pinacoteca Provinciale Corrado Giaquinto nel Palazzo della Provincia, sia un
polo artistico di tutto spessore per via delle importanti collezioni ivi
presenti e notevole sia l’apporto sul piano urbanistico, voluto da Mussolini
nel corso del suo Governo (il Lungomare e la zona portuale sono un emblema di
tale politica), è il centro storico il punto nevralgico e rappresentativo dell’arte
cittadina locale, nonché della tradizione culturale, gastronomica e culinaria:
per le vie del quartiere infatti non è raro trovare donne intente a “trombare”
(lavorare) la massa o a creare con le dita le orecchiette fatte in casa, deliziose con il ragù di
agnello dei giorni di festa o le cime di rapa nei giorni feriali.
Castello Normanno Svevo, XII secolo, Bari. |
L’architettura civile/militare
principale è data dal Castello Normanno Svevo, costruzione del XII secolo,
ampliata successivamente nei secoli a seguire sino al XVI secolo quando sotto
la regina di Polonia Bona Sforza, fu ampliata del fossato e modificata negli
interni.
All’interno di esso, è
possibile ovviamente guardare il video che racconta l’evoluzione architettonica
della struttura nella sala della videoteca, nonché ammirare le testimonianze
dei torrioni e dei focolai bizantini e normanni, desunte dagli scavi
archeologici effettuati.
Basilica di San Nicola, XI secolo, Bari. |
Sul piano delle
architetture religiose, citando doverosamente la caratteristica e meravigliosa
Chiesa Ortodossa di San Giovanni Crisostomo, sono la Basilica di San Nicola e la Cattedrale di San Sabino a
padroneggiare sulla religiosità dei cittadini.
La basilica, struttura
in Romanico Pugliese dell’XI secolo, è dedicata al santo di Myra, di cui ne custodisce
le reliquie sin dal lontano 1087, quando 62 marinai baresi le trasportarono
dalla città turca alla pugliese.
Esternamente l’edificio
presenta tutte le caratteristiche dell’architettura romanica, con la sua
tripartizione, tramite lesene, della facciata a salienti, nella quale si aprono
tre portali, di cui il principale sorretto da un protiro nella parte inferiore,
e da monofore e bifore, un rosone ed archetti ciechi che seguono gli spioventi,
nella parte superiore.
Cattedra di Elia, XI secolo, marmo, Basilica di San Nicola, Bari. |
Cattedrale di San Sabino, XII - XIII secolo, Bari. |
Ancora la Cattedrale
Metropolitana di San Sabino, sorta tra XII e XIII secolo, ripropone la stessa
tripartizione tramite lesene della Basilica, aprendo a monofore sparse, una
bifora centrale ed il rosone tipico romanico nella parte superiore e tre
portali nell’inferiore.
Curiosità tipica della
facciata è data dal restauro voluto a metà del XX secolo, volto a ripristinare
la facciata secondo gli antichi splendori, dopo il radicale cambiamento simil barocco
voluto dall’arcivescovo Gaeta e compiuto per mano di Domenico Vaccaro nel 1741:
in questa occasione fu reso alla
cattedrale il suo rosone a discapito del finestrone concavoconvesso che
temporaneamente lo aveva sostituito.
Lungomare di Bari. |
Ventottesima, la città
del Barocco pugliese, Lecce.
Tamburo con il simbolo della taranta. |
Massima rappresentante
di un’area regionale che si distingue per il morboso orgoglio ed attaccamento
alle proprie radici, Lecce è definibile come la perla del Salento.
Infatti, oltre che ad
assaporare i prodotti tipici del luogo, rinomati per freschezza e sapore – in questo
la Puglia insegna – a ballare la taranta e la pizzica ed a suonare il
tamburello, a Lecce è possibile godere dei meravigliosi scenari che offrono le
sue piazze che aprono alle chiese barocche riccamente scolpite.
Porta Rudiae, XVIII secolo, Lecce. |
Non meno importanti
sono le tre porte storiche della città, dalle quale si entra nel mondo storico
rimasto per alcuni tratti pressoché invariato del centro storico.
Porta Napoli, (o Arco
di Trionfo) è storicamente la più importante, perché legata alla figura dell’imperatore
Carlo V che, nella prima metà del XVI secolo, permise la fortificazione a
proprie spese della città. A seguire Porta Rudiae, barocca nell’impostazione perché
rifatta nel XVIII secolo in seguito al crollo della precedente di origine
medievale. E ultima Porta San Biagio, la più recente (essendo stata
commissionata nel XVIII secolo), anch’essa in stile barocco.
Considerando che le
architetture religiose leccesi sono rinomate perché inneggianti a barocco
locale, molto più dettagliato, lussuoso, fastoso ed esagerato di quello tipico
romano, tanto da divenirne in alcuni casi addirittura asfissiante, è
particolarmente curioso che la Cattedrale di Maria Santissima Assunta, il polo
religioso della città, non sia un edificio barocco.
Cattedrale di Maria SS. Assunta, XI - XII sec., Lecce. |
La sua facciata
infatti, contrariamente a quello che ci si aspetterebbe è alquanto semplice e
sobria, suddividendosi in tre sezioni corrispondenti alle navate interne (come
desumibile dalle paraste che solcano verticalmente ogni divisione) ed aprendosi
orizzontalmente su due ripiani, che ospitano quattro statue di Santi entro nicchie,
sino a chiudersi in un timpano.
Più enfatico è il
prospetto settentrionale il cui ingresso da al sagrato, movimentato nelle
scanalature di paraste e colonne, nel gioco delle linee condotte da balaustre,
colonnine e pilastrini della parte superiore.
Basilica di Santa Croce, 1549 - 1695, Lecce. |
Prettamente barocche
sono invece la Basilica di San Giovanni Battista al Rosario, a pochi metri da
Porta Rudiae, caratteristica nella sua pianta a croce greca e la Basilica di
Santa Croce, il più significativo esempio del Barocco Leccese.
La sua facciata,
suddivisa in due ordini, mostra nell’inferiore un pentapartizione tramite
colonne, nella cui centrale si apre il portale principale, nelle due laterali i
portali minori e nelle ultime due, due finestre circolari: al di sopra di
questa, si snoda una trabeazione massiccia sormontata da telamoni che
sorreggono la balaustra, che riconduce al piano superiore, diviso in tre
sezioni, nella cui centrale padroneggia imponente il rosone e nelle cui
laterali si ergono statue entro nicchie, tutto in un tripudio di ornamenti e
dettagli scolpiti.
Panorama della Piazza Duomo di Lecce. |
Ventinovesima città,
spostandosi in Sicilia, Messina.
Caravaggio, Resurrezione di Lazzaro, 1609, olio su tela, Museo Regionale, Messina. |
Partiamo dal
presupposto che, la Sicilia così come tutte le regioni italiane, sia bella
tutta, (ragione che mi spinge a riflettere circa la creazione di un’ennesima
serie di post con altre 20 come minimo città artistiche da visitare) e che
scegliere Messina anziché la vicina e regale Catania non è stato semplice.
Effettivamente la
scelta di Messina è ricaduta per via del mio interesse particolare nei
confronti della vicenda legata al terremoto del 28 dicembre 1908, quando un
terremoto molto intenso, distrusse gran parte della città e con essa il Museo
(ora) Regionale: la storia legata alla sofferenza patita da questo, è descritta nei minimi dettagli nella specifica svirgolettata; una storia degna di essere
diffusa e raccontata a discapito dello scadente lavoro dell’amministrazione
italiana in ambito di arte e cultura.
Basilica di S. Maria dell'Assunta, XIII sec., Messina. |
Detto ciò, Messina non
è solo il sofferente Museo Regionale, ma anche la custode di monumenti
importanti che raccontano la sua storia; una storia però legata direttamente al terribile terremoto ed ai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, che insieme hanno distrutto gran parte dei monumenti più importanti, in seguito ricostruiti.
Primo fra tutti la bizantina
Basilica Cattedrale Protometropolitana dedicata a Santa Maria dell’Assunta, del
XIII secolo, deturpata delle sue fattezze originali nel corso dei secoli sino
al terremoto del 1908, quando crollando totalmente, la facciata fu ricostruita
secondo gli standard originari bizantini, semplicemente a salienti, sormontate
da merlature.
Trentesima città è Palermo.
Palazzo dei Normanni, IX secolo, Palermo. |
Dominata da più
popoli, tra cui i Normanni e gli Arabi, Palermo ha goduto degli influssi
stilistici, artistici e culturali portati in eredità da questi, come si evince
nell’architettura del Palazzo dei Normanni, un tempo dimora storica di Federico
II di Svevia. Infatti la prima fabbrica dell’edificio, voluta dagli arabi nel
IX secolo, constava di un Quasr, (palazzo), che successivamente fu ampliato in
seguito alla dominazione normanna, sino a contenere la Cappella Palatina.
Con gli svevi nel palazzo
fu istituita la scuola poetica siciliana, salvo in seguito essere relegato nell’oblio
durante i secoli di dominazione angioina e aragonese, sino all’arrivo dei
viceré spagnoli che lo scelsero come residenza abitativa ed a seguire i Borboni.
Chiesa di S. Giovanni degli Eremiti, VI secolo, Messina. |
Sul piano delle
architetture religiose, una delle più riconosciute a livello storico artistico
da studiosi ed amatori della storia dell’arte in genere, è la Chiesa di San
Giovanni degli Eremiti, struttura del VI secolo che nel corso della dominazione
araba, venendo trasformata in moschea, ha goduto degli influssi tipici della
loro cultura, evidenti nelle cupole emisferiche di un rosso vivo e pulsante su
parallelepipedi ben saldati tra loro.
Decisamente
caratteristico è il chiostro legato al complesso, che apre al giardino attraverso
i portici tenuti da colonnine binate con capitelli corinzi che reggono archi a
sesto acuto a doppia ghiera.
Chiesa di S. Maria della Catena, XVI sec. Palermo. |
Altre strutture
religiose che presentano peculiarità di tutto rispetto, sono da riscontrarsi
nella Chiesa della Martorana (o San Niccolò dei Greci), che professa il rito
greco bizantino, al cui interno sono ravvisabili meravigliosi e lucenti mosaici
come il rivestimento della cupola raffigurante il Cristo Pantokrator, la Chiesa
di Santa Maria della Catena, costruita nel XVI secolo in stile gotico –
catalano, come si evince dalle arcate della facciata e delle navate interne, e
la Cattedrale Metropolitana dedicata a Santa Maria dell’Assunta, imponente e
complessa nella sua pianta, coacervo di stili derivati da secoli di dominazioni
straniere.
Cattedrale di S. Maria dell'Assunta, 1185, Palermo. |
Con Matera, Bari, Lecce, Messina e Palermo, si conclude l'ultima tranche delle 30 città artistiche da visitare.
A seguire le restanti cinque tranche che completano il post.
A seguire le restanti cinque tranche che completano il post.
- PARTE 1: 30 città artistiche da visitare: Bergamo, Milano, Verona, Venezia e Torino.
- PARTE 2: 30 città artistiche da visitare: Trento, Trieste, Mantova, Cremona e Padova.
- PARTE 3: 30 città artistiche da visitare: Ferrara, Bologna, Modena, Parma e Ravenna.
- PARTE 4: 30 città artistiche da visitare: Genova, Lucca, Firenze, Siena e Arezzo.
- PARTE 5: 30 città artistiche da visitare: Urbino, Ancona, Perugia, Roma e Napoli.
Nessun commento:
Posta un commento