Nel 2014 è ricorso il centenario della Prima Guerra Mondiale; un evento che rivoluzionò
l’assetto politico istituzionale, non solo di alcune colonie delle più influenti
potenze mondiali, ma anche e soprattutto degli imperi e degli stati europei: l’Impero
Asburgico fu ridimensionato all’Austria; l’Impero Russo fu attanagliato da una
guerra civile e rivoluzionaria che portò ad una dittatura, l’Impero Tedesco fu istituzionalizzato
nella repubblica che poi prese il nome di Weimar; l’Italia riconquistò il
Trentino.
Forse con una sorta di
velo malinconico, è triste constatare che ormai è quasi impossibile, tranne nel
caso di persone ultracentenarie, poter ancora intervistare i testimoni della
guerra che fu; piccola consolazione può darcela il fatto che su canali
multimediali, in tv, sui giornali, è possibile informarsi, leggere ed
acculturarsi circa i punti di vista ed i racconti soggettivi, raccolti nei
decenni scorsi, di chi quella guerra la visse.
Perché la Prima Guerra Mondiale, non fu semplice e mera guerra: fu un evento di grande portata che
modificò la vita sociale di tutti i giorni, che intaccò la storia, la cultura,
l’arte e la letteratura.
Basti pensare infatti
all’Ermetismo di Ungaretti, poeta e letterato che militò in trincea sul fronte
italo – austriaco, che ben seppe raccontare nelle sue composizioni l’orrore
della guerra, o al dadaismo svizzero, il movimento di avanguardia artistica, nato
a Ginevra nel 1916 come movimento che si opponeva alla guerra.
In questa visione
totalizzante del quadriennale periodo bellico, vi segnalo il sito internet http://www.europeana1914-1918.eu/it,
che si prepone di ricostruire una storia della guerra, volta però all’analisi
dello scorrimento della vita di tutti i giorni nei paesi d'Europa tra trincea e stato.
E a tal proposito le
finalità sono ben chiare nella premessa della home: si richiede ad ogni
cittadino in possesso di cimeli, fotografie, documenti, o anche solo custode di
una storia inedita, coscienzioso e desideroso di continuare la tradizione
conoscitiva della nostra storia, di recarsi presso uno dei punti istituiti in tutta
Italia, nel corso dell’anno, per permettere la digitalizzazione di quelle
testimonianze.
Il progetto, realizzato
con il supporto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della
Fondazione Museo storico del Trentino, è stato realizzato in seguito al
successo dei roadshow sulle storie famigliari legate alla Prima Guerra Mondiale
svoltisi in Germania nel 2012.
Crocifisso custodito nel paltino di un soldato, scalfito da un proiettile |
[Per maggiori
informazioni sulle attività che il Trentino sta promuovendo per commemorare la
Grande Guerra, visita http://www.trentinograndeguerra.it]
Visitando il sito che
vi ho segnalato, troverete informazioni molto più dettagliate a riguardo,
nonché una meravigliosa mostra virtuale, contenente le testimonianze già
digitalizzate nei paesi anglosassoni, che ben rendono una visione probabilmente
a noi poco conosciuta, di come la società tedesca, irlandese ed inglese ha
vissuto la grande guerra.
Bibbia custodita nel taschino di un soldato, dilaniata da un proiettile. |
ST.M. George Cavan, foglietto d'avviso alla famiglia, 1918. |
Cartolina inviata da Adolf Hitler, nell'ottobre 1916 |
La cartolina che
raffigurava il castello di Norimberga, città nota per i risvolti futuri legati
proprio alla politica del dittatore, è da contestualizzarsi nell’episodio in
cui Hitler nell’ottobre 1916 venne ferito da una granata e fu ricoverato presso
l’ospedale di Belitz vicino Berlino.
Cartoline di Michael Hannon |
Family stories, si
preclude di raccontare attraverso testimonianze valide se non uniche, aneddoti
particolari che legano i militari al fronte ai componenti delle rispettive
famiglie o illustrano i punti di vista dei civili costretti a vivere le
decisioni politiche dei loro governatori.
E qui si pongono le lettere dei due
fratellini di Amburgo che illustravano il nemico come un feroce despota
arrivato senza motivo a fare razzie, o la collezione di animali scolpita dal
soldato Charles Grauss per sua figlia
Ghislaine, custodita in una scatola di latta. Il militare, che amava sua figlia
alla follia, a cui inviava disegni illustrati che raccontavano episodi felici
lontani dall’idea della guerra, morì in battaglia nel 1918.
Animali scolpiti da Charles Grauss per sua figlia Ghislaine |
Lettera simpatica di Charles Grauss a sua figlia Ghislane |
Cartellino da Pronto Soccorso |
Propaganda infine,
attesta la diffusione dell’idea e dell’orgoglio nazionale attraverso
fotografie, manifesti e l’induzione di questi sentimenti nel lavoro di tutti i
giorni e nei lavori creati per le donne, a fronteggiare la crisi di manodopera.
Curioso è l’anello “I gave gold for iron”, che simboleggiava l’aiuto solidale
verso la patria, per cui in cambio di comune ferro, il cittadino rendeva i
propri monili d’oro utili a fronteggiare le spese di guerra.
I gave gold for iron, l'anello che attestava una donazione d'oro alla Patria. |
Detto ciò, dopo questa
visione generica – pertanto vi invito a vedere tutta la mostra sul sito – è doveroso
ricordare che per incrementare la
documentazione e la mostra di Europeana, è possibile inviare fotografie o documenti previa registrazione al sito suddetto, nello specifico cliccando sul link http://www.europeana1914-1918.eu/it/contributor.
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