La notizia ha fatto il giro del web e riguarda un’insegnante
di liceo ed una studentessa ebrea.
Ora la positività della vita che è in ognuno di noi, condurrà
ad immaginare che in un clima volto al rispetto dell’individuo attraverso la
shoah, la memoria del genocidio degli Armeni e dei Kosovari, questa sarà una storia di sodalizio tra due
figure che per antonomasia sono solitamente avverse tra loro per il ruolo che ricoprono.
E invece no.
Pare che il fatto sia accaduto agli inizi di ottobre, ma sia
stato reso di dominio pubblico solo in data 5 aprile da La Repubblica (clicca qui per leggere l'articolo):
nel liceo artistico Caravillani di Roma, una docente di matematica prossima
alla pensione, ha ripreso una studentessa perché questa chiedeva di poter
uscire a causa di un persistente mal di testa.
E nulla di sconvolgente sin qui, se non fosse che Yael è una
ragazza di origini ebree e la frase di rimprovero della docente fosse stata: “Ad
Auschwitz saresti stata attenta”.
L’affermazione allora aveva destato non poco scalpore tra i
compagni di Yael che minacciarono di disertare le lezioni di matematica
accusando la professoressa di razzismo.
Ovviamente la situazione non poteva passar impunita ed il lunedì
a seguire quel sabato deplorevole, la madre della ragazza si recò
dalla Preside Anna Maria Trapani, chiedendo una protesta scritta alla signora ed aprendo così un'istruttoria formale. L’insegnante
allora chiamata in causa dalla Preside stessa, cercando di giustificarsi,
peggiorò la situazione: "Ho detto quella frase per indicare un posto
organizzato, un posto dove regna l'ordine".
La storia come di consuetudine non ha un lieto fine. Dopo l'apertura
dell'inchiesta, la docente rischiando 15 giorni di sospensione, ha concordato
con la Presidenza dell’Istituto un periodo di riposo per malattia, tale a
colmare i pochi mesi che le mancano per andar in pensione.
Forte rammarico ho provato nel leggere il pensiero della Preside che ha tentato di ammorbidire la drammatica vicenda dichiarando: "La professoressa non voleva dire quel che le è uscito fuori
dalla bocca e i ragazzi hanno interpretato senza filtri. Non voleva offendere
nessuno, e infatti non è stata punita".
Vi dirò, quando ho letto la notizia, onestamente la cosa mi ha
fatto giusto sorridere inizialmente.
Insomma, è giustificabile – seppur in extremis, e so di
mettermi contro il mondo con la mia affermazione – che possa sfuggire una
battuta poco gradevole durante la lezione. È meno giustificabile certo, che la
battuta vada a ledere in modo personale la dignità di chi hai di fronte. Però
per quanto mi sembrasse grave, comunque riuscivo a ridimensionare la gravità
del fatto.
Continuando a leggere però ho smesso di sorridere quando son
arrivato alla dichiarazione della professoressa: "Ho detto quella frase
per indicare un posto organizzato, dove regna l'ordine". E qui mi
son fermato a riflettere su quanto un’affermazione del genere sia poco
contestualizzabile in un luogo di formazione in cui si spiega, attraverso i
diversi insegnamenti, anche come si vive.
In un istantaneo flashback di simili situazioni, ho ricordato
per un attimo quello che mi aveva detto la mia amica Simona, circa il suo
professore di storia e filosofia che, al quinto anno di liceo, si era rifiutato
di spiegare Karl Marx, la nascita del socialismo/comunismo e la Rivoluzione
Russa perché militante di destra, e rapportandolo al caso in questione ed a
migliaia di casi simili e quindi anomali, mi son chiesto quanto bene possa mai
fare alla formazione di piccoli geni che saranno il futuro del Paese, l’affluenza
continua delle idee scialbe e ridicole di queste persone che non sanno
insegnare.
Perché potrai saper insegnare la matematica, ma non sai
insegnare la vita, cara professoressa se reputi che ad Auschwitz regnasse l’ordine.
L'ordine è armonia, è "ogni cosa al giusto posto" e
non può esserci ordine dove ci sono uomini al posto di bestie da macello, dove
ci sono corpi esanimi e decomposti al posto dei fiori, dove c'è il fumo dei
forni al posto delle nuvole bianche in cielo.
Quello no, non è ordine, professoressa. Quella è follia
disumana, orrida, brutale, abominevole.
Vico insegnava che dalla storia si impara, i corsi e ricorsi
storici, ricorda?
Beh professoressa, noto che lei non ha imparato un cazzo. E
se davvero vuole far ordine a scuola, si licenzi e chieda semplicemente scusa a
Yael.
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