Ci risiamo.
Come un tarlo che
giorno dopo giorno crea nuovi buchi nel mio cervello cosicché ciò che si insidi
in quegli spazi, sia sapere, mi son fissato su una nuova questione inerente all’attribuzione
di un quadro caravaggesco.
Partiamo da un piccolo
preambolo necessario a capire cosa mi ha spinto a raccontarvi questo piccolo
mistero artistico.
Facendo ricerche per
la mia tesi, mi son imbattuto in un restauro effettuato nel 1911 ad una tela
che i documenti d’Archivio dichiaravano essere del Caravaggio.
Questa tela, raffigurava i Santi Quattro
Coronati, individuabili nei quattro scultori cristiani che rifiutandosi di
scolpire l’effige di Diocleziano in qualità di dio, furono martirizzati ed in
seguito santificati, custodita nella Chiesa di Sant’Andrea in Vincis, chiesa
demolita nel 1929, i cui beni custoditi furono trasferiti nel Museo di Roma.
Non conoscendo l’opera
suddetta, - e si che sono un amante del Caravaggio e quando si tratta di lui
perdo lucidità – ho iniziato a ricercare su internet l’opera in discussione,
salvo scoprire che nessun risultato conduce chiaramente ad essa, anzi, ho
dovuto cercare in maniera meticolosa, affinché mi apparisse la tela in
discussione.
L’unica soluzione
riscontrata che può essere presa per valida, è esplicabile in un parere
dicotomico che tende ad attribuire l’opera, che di certo esiste, da un lato a
Caravaggio dall’altro a qualche seguace.
Pare infatti che
diversi manuali, tendano ad affidare la tela ad un caravaggista piuttosto che
al capostipite della scuola. Tra i più quotati il Rustichino, lo Spadarino, il
Salini ed il Valentin: tra le ragioni, la manifattura dell’opera non sembra essere eccezionale e degna del
tocco del maestro; in più pare essere ricondotta agli anni Trenta del XVII
secolo, quando ormai Caravaggio era morto e sepolto.
Fin qui niente di
strano, se non fosse che nel Bollettino d’Arte, tratto dalla Serie 1907 – 1920,
uno storico dell’arte del calibro di Lionello Venturi, avesse studiato così a
menadito l’opera da non poter far altro che attribuirla all’artista di
Caravaggio, con tanto di prove.
Nel suo saggio Opere
inedite di Michelangelo da Caravaggio, egli descrisse innanzitutto l’opera, che
lasciava presagire essere quella in questione:
“Sull'altare maggiore della chiesa di S.
Andrea in Vincis in Roma è un quadro rappresentante i Quattro Coronati, del
quale poche fra le guide romane si sono accorte, e nessuna, nè antica nè
recente, ha saputo indicare l'autore. […] La scena è dunque dei quattro santi
legati attorno alla colonna, sopra un fondo, oggi oscurato, ma rappresentante in
origine una nicchia limitata da due grossi pilastri. Ai piedi de' santi sono
buttati un martello, un compasso, varie squadre e una testa marmorea, per indicare
ch'essi erano scultori e che eran legati per non aver voluto scolpire un idolo
a Diocleziano.”
Poi a seguire enunciò la
prova schiacciante a poter affermare l’attribuzione a Caravaggio:
"Eppure la firma posta nel fondo, in basso e
a sinistra, è leggibile, sebbene oscurata: MICHEL ANGELO / DA CARAVAGGIO DIP.
Oltre a ciò sin dal 1793 usci un'incisione del quadro, recante
le seguenti leggende: Giuseppe Cades dis. | Pietro Bombelli inc. | SS. QVATTRO
CORONATI MM. | Quadro di Michelangelo da Caravaggio | esistente in Roma nella
V. Chiesa de SS. Andrea e Leonardo | della Compagnia de Scarpellini a Tor di
Specchi | Alessandro Cartoni Console e Governatore | M . DCC . XCIII.”
Qual è tra
le due, allora, la verità? È strano, mi chiedo, che una verità assoluta dichiarata da un'eccellenza del calibro di Lionello Venturi, che non era di certo il primo venuto, non sia stata presa per vera. D’altronde non è un’idea quella dello studioso, è
una certezza. L’iscrizione esiste ed è stata trapelata. Però io non mi spiego
come si sia arrivati a poter affermare per certo, nonostante l’iscrizione, che
quello non è un Caravaggio.
Ne so troppo poco per
poter espugnare una mia teoria a riguardo. Penso, per metodica, che magari l’iscrizione
possa essere postuma all’esecuzione. O ancora che sia coeva all’esecuzione del
dipinto, ma apportata da qualche caravaggesco che sperava così di farci qualche
soldo. A tal proposito è risaputo come alcuni artisti amici del pittore, quale
il Manfredini, tentassero di far passare per autentiche del Caravaggio le loro
pitture, perché quelle dell’artista lombardo erano stimate esageratamente di
più dei dipinti di qualunque altro artista del tempo.
Ma tenderei a non
accettare questa ipotesi perché il dipinto fu commissionato dai parroci della
chiesa (probabilmente su accordi economici pre - esecuzione), quindi non
avrebbe avuto senso che l’autore in questione la dichiarasse del Caravaggio.
Magari, probabilmente l’attribuzione data dal Venturi, all’artista celebre, è
stata dimenticata. Ma sfido io che qualcosa del genere possa essere possibile.
Non
conosco la verità circa questa opera, perché non conosco i criteri di
valutazione che l’hanno condotta a quest’artista piuttosto che quello.
Però
da inguaribile romantico preferisco pensare che l’ultima ipotesi sia ciò che
davvero è successo; una cosa ovviamente è certa: mi conosco. E quindi già posso
dirvi, che non finisce qui!
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