Continuando il viaggio
virtuale coast to coast alla ricerca dei dipinti di Caravaggio (e più in
generale delle testimonianze artistiche di manifattura italiana), dopo Hartford
nel Connecticut e Detroit nel Michigan, è la volta di una prolungata permanenza a
New York, dato che qui, nel Metropolitan Museum sono custoditi ben quattro olii su tela del grande genio
lombardo.
Ovviamente non deve
sembrare così strano che un museo oltreoceano possa custodire opere d’arte di
tale spessore: un esempio di “trattativa” tra privato e Stato italiano è
possibile visionarla nella svirgolettata Storia lasciata in sospeso: proposta di acquisto allo Stato di un lotto di dipinti inestimabili : a tal punto la legge
sulla vendita di un bene privato all’estero che godeva di una dichiarazione di
interesse, prevedeva innanzitutto il diritto di prelazione dello Stato Italiano
su quel bene, dopodiché se il Ministero della Pubblica Istruzione si fosse
dichiarato disinteressato alla proposta di vendita, lo stesso sarebbe stato
venduto tranquillamente ad altri privati.
Individuazione geografica dei Caravaggio (e più in generale dell'arte di manifattura italiana) nei musei degli USA |
NEW YORK – METROPOLITAN MUSEUM
Inutile dire che il
Metropolitan Museum (anche conosciuto con il suo abbreviativo Met) è uno dei
musei più grandi e importanti del globo: la sua collezione di più di 2milioni
di unità, va a riempire variegate sezioni di arte, dalla contemporanea, alla
moderna, alla medievale, alla classica, senza contare le sezioni di stampo
etnografico, che toccano gli estremi della Terra, dall’Africa all’Oceania,
passando per Asia e America Meridionale.
Cubiculum della Villa
di P. Fannius Synistor, 30 a.C.,
affresco, Metropolitan Museum, New York.
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Altresì, quindi, è
inutile dire che la collezione riguardante l’arte italiana sia ricca di capolavori,
addirittura strabordante: dal sito, nel link inerente alle collezioni, si
evince quanto effettivamente sia impossibile poter visitare un museo del genere
in una sola giornata; ancora quanti reperti archeologici di manifattura romana
siano custoditi nella sezione archeologica: oltre agli innumerevoli monili e
manufatti, agli esempi di arte vascolare e di utensili della vita quotidiana, è
curioso notare come siano riscontrabili meravigliosi ed integri esempi
monumentali di arte italiana preclassica, come la biga etrusca di Monteleone di
Spoleto (di cui abbiamo parlato nella precedente svirgolettata) o il cubiculum
affrescato, proveniente dalla Villa di Fannius Synistor di Boscoreale: un
affresco ricoprente un’intera stanza, staccato e risistemato su un’altra simile
allestita nel museo!
Reliquiario del Nord Italia, X sec., avorio, Metropolitan, New York. |
Ma non solo. Sempre
dallo stesso sito effettivamente risulta interessante il virtuale sbobinamento
geo-storico di tutta l’arte rappresentata in quel settore: è presente ovviamente
anche quello indicante l’arte italiana, (qui il link) che permette di collocare
nel tempo e nel luogo le diverse opere, e di creare così una storia evolutiva
dell’arte delle regioni che ci interessano nel corso dei secoli: dall’arte
preclassica infatti si passa alla classica, e ancora alla barbarica, alla
bizantina e romanica e così via.
Pilastro con
incisioni, del Sud Italia, IX sec.,
marmo, Metropolitan Museum, New York.
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Copertina di codice con tre donne e un sepolcro,
X sec.,avorio, Metropolitan Museum, New York. |
Tiziano, Venere e Adone, 1560, olio su tela,
Metropolitan Museum, New York |
Per quanto ne concerne
dipinti e sculture di età medievale e moderna, non è possibile neanche in
questo caso numerare o anche solo indicare tutte le opere importanti
riscontrate. In una visione molto riassuntiva, vanno però citati tra i più
importanti, La Madonna con il Bambino di Giovanni Bellini, Venere e Adone del
Tiziano e il Perseo del Canova (replica di quello dei Vaticani), per la sezione
veneta; la Pala Colonna del Raffaello e la pala dell’Annunciazione di Sandro
Botticelli per la sezione dell’arte pittorica fiorentina; il Cristo coronato di
Antonello da Messina e la statua del Fauno burlato da due bambini di Bernini per
la sezione centro meridionale e romana.
G. Bellini, Madonna
con il Bambino,
1480, olio su tavola,
Metropolitan Museum, New York.
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S. Botticelli, Annunciazione, 1485, tempera su
tavola, Metropolitan Museum, New York |
A. Da Messina, Cristo coronato, 1470 ca, olio e tempera su tavola, Metropolitan Museum, New York |
Raffaello, Pala Colonna, 1504, olio su tavola, Metropolitan Museum, New York. |
G. L. Bernini, Fauno burlato da due bambini, 1616, marmo, Metropolitan Museum, New York |
Alla stessa sezione
appartengono anche i dipinti del Caravaggio, siti nel museo, il primo dei quali
è Il suonatore di liuto. Il dipinto del 1597, non è l’unico che presenta questo
tipo di soggetto, dato che un’altra versione altamente simile è custodita all’Ermitage
di San Pietroburgo, in Russia.
Ma il dipinto del
Metropolitan (in prestito dalla Collezione Wildestein) è probabilmente
successivo a quello dell’Ermitage, come testimoniato da fonti documentaristiche
che ravvisano nel secondo, una committenza del Marchese Giustiniani, e nel
primo dipinto, la committenza dello stesso soggetto, da parte del Cardinale
Francesco Maria del Monte.
Caravaggio, Il suonatore
di liuto, 1597, olio su tela, Metropolitan Museum, New York.
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Per quanto il soggetto
fosse lo stesso però e nonostante l’impostazione della figura non cambiasse
nell’azione e nell’espressione, le due tele differiscono tra loro per la
composizione del tavolo: infatti ponendo le due tele a confronto, la tela dell’Ermitage
appare cromaticamente ricca e variegata nella presenza del vaso con i fiori e
della frutta, che scompaiono poi nella più tarda del Metropolitan, per lasciare
però posto ad altri strumenti: un flauto dolce e un virginale.
Caravaggio, Il suonatore
di liuto, 1597,
olio su tela, Metropolitan Museum, New York.
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Caravaggio, Il suonatore di liuto, 1596, olio su tela, Ermitage Museum, San Pietroburgo |
Il modello per il
soggetto da raffigurare però è lo stesso, ed è riscontrabile in un pittore di
origini siculo molto amico e probabilmente amante di Caravaggio, tal Mario
Minniti, che in più occasioni collaborò con il suo mentore (la sua pittura
infatti fu fortemente connotata dagli insegnamenti del maestro), sino all’aiutare
questo nella fuga da Malta in Sicilia, dove Minniti stesso aveva bottega e
viveva.
Il Minniti peraltro fu
lo stesso modello del Concerto, la seconda opera custodita al Metropolitan,
datata al 1595. Si ritiene quasi certa, infatti, l’identificazione di questo
con il personaggio centrale dell’opera, mentre è azzardata ma non così lontana,
l’ipotesi che lo stesso sia stato raffigurato anche nelle sembianze dell’amorino
alla sinistra del personaggio centrale, mentre nel musico alla destra invece, è
stata proposta l’ipotesi che potesse essere un autoritratto giovanile del
Caravaggio).
Caravaggio, Concerto, 1595, olio su tela, Metropolitan Museum, New York. |
L’opera è interessante perché non solo racconta l’approccio stilistico cromatico del pittore nei suoi primi anni di vita romana, ma vanno ad analizzare il clima culturale che si respirava alla corte del suo mecenate, - sempre il Cardinal del Monte: affascinante è la riproduzione del liuto, del violino e degli spartiti (che ovviamente riprenderà nel Suonatore di liuto); interessante è notare la fusione tra modernità del suo tempo e classicità degli abiti e degli atteggiamenti, con la miscela degli strumenti musicali tipici del suo tempo e degli abiti candidi avvolti da drappi di colore vivo. E sulla sinistra del musico con il liuto, spunta un amorino, che stacca gli acini dal grappolo d’uva, in un pieno clima arcadico che riporta ai fasti della mitologia classica.
Terzo dipinto sito nel
Metropolitan è la Negazione di San Pietro, dipinto dal Caravaggio negli ultimi
anni della sua vita. E proprio dalla maturità del suo vissuto, dalle sue
esperienze e dall’evoluzione della sua pittura, che fuoriesce questo
capolavoro, che vede San Pietro negare la conoscenza di Gesù, davanti ad un
soldato chiamato da una donna che aveva riconosciuto l’apostolo.
Caravaggio, Negazione di San Pietro, 1609 – 1610, olio su tela, Metropolitan Museum, New York |
Caravaggio, La cattura di Cristo, 1602, olio su tela, Galleria Nazionale, Dublino |
Caravaggio, Il
Martirio di Sant’Orsola, 1610,
olio su tela, Palazzo Zevallos, Napoli.
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Caravaggio, San Matteo
e l’Angelo, 1601,
olio su tela, Kaiser Friedrich Museum, Berlino.
Opera andata
distutta nel 1945.
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Caravaggio, Sacra
Famiglia con San Giovannino, 1606,
olio su tela, Metropolitan Museum, New York.
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A rompere la pacatezza
del buio ci pensano il vestito rosso di Maria e la pelle candida del Bambino
nudo, mentre il Giuseppe intento a prendere per una mano il San Giovanni
Battista, sembra somigliare molto dal punto di vista fisiognomico, al Giuseppe
della Madonna dell’Insalata di Recanati, opera attribuita al Caravaggio su
valide motivazioni, ma priva di documentazioni effettive che convalidino l’attribuzione
in maniera in certa: se così fosse, però potrebbe essere una prova ulteriore
della paternità del pittore del dipinto marchigiano.
Caravaggio, Sacra
Famiglia con San Giovannino,
1606, olio su tela, Metropolitan Museum, New York.
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Caravaggio (attr.), Madonna dell’Insalata, 1595 – 1605, olio su tela, Chiesa dei Cappuccini, Recanati |
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