P. A. Renoir, Le bagnanti, 1918 - 1919, olio su tela, Musèe d'Orsay, Parigi. |
Pierre Auguste Renoir intento a dipingere nel suo studio di Cagnes. |
Quando Pierre Auguste Renoir dipinse
questo olio su tela, era ormai allo strenuo delle sue forze: quasi ottantenne,
rimasto vedovo durante la guerra, viveva i suoi ultimi giorni trascinandosi
dalla sua dimora al suo studio con l'aiuto di una carrozzella e dei suoi familiari.
"Si lasciava trasportare come fosse un cadavere", scrisse a tal proposito Henri Matisse nel suo "Scritti e pensieri sull'arte", dopo essere stato ricevuto dal sommo artista nella sua tenuta di Les Collettes, a Cagnes, nella primavera del '19.
Acciaccato, scarno, in
più parti bendato e troppo paralizzato dall'artrite per riuscire a tenere un
pennello, Renoir visse i suoi ultimi anni solo per dipingere, cosa che faceva
ogni giorno attraverso un pennello legato ad una maniglia imbottita e incuneata
tra il pollice e l'indice destro.
"Lo si poteva
sorreggere abbastanza facilmente con una sola mano", scriveva ancora
Matisse circa la sua debolezza, "ma i suoi occhi rivelavano tutta la vita
ancora presente in corpo."
Tant'è vero che, assistendo al suo lavoro, lo stesso pittore affermò di Renoir che, vederlo approcciare alla pittura, vederlo rianimarsi nonostante il lacerante dolore che si tramutava in qualche smorfia ed in qualche lamento, era come guardare la morte che prendeva vita.
Tant'è vero che, assistendo al suo lavoro, lo stesso pittore affermò di Renoir che, vederlo approcciare alla pittura, vederlo rianimarsi nonostante il lacerante dolore che si tramutava in qualche smorfia ed in qualche lamento, era come guardare la morte che prendeva vita.
"Il dolore è
passato, Matisse, ma la bellezza rimane" fu quello che Pier Auguste Renoir
affermò candidamente a Matisse con un sorriso radioso per giustificargli la sua
ostinazione a dipingere nonostante la sofferenza provocatagli dalla cosa, e
ancora in quell'occasione gli confidò che intendeva vivere finché non avesse
finito il suo ultimo canto d'amore: Le bagnanti.
E così fu: nel dicembre dello stesso anno, dopo aver terminato il dipinto, il sommo pittore morì, portando con sé quanto ancora di più bello avrebbe potuto creare.
E così fu: nel dicembre dello stesso anno, dopo aver terminato il dipinto, il sommo pittore morì, portando con sé quanto ancora di più bello avrebbe potuto creare.
Molto toccante la storia di Renoir! forse proprio per questo nel film "il favoloso mondo di Amelie" il personaggio che realizza in continuazione copie del suo dipinto "la colazione dei canottieri" è un vecchietto solo, affetto da una malattia che rende le sue ossa fragili come vetro!
RispondiElimina